martedì 5 novembre 2019

FABRIZIO GIULIMONDI: "AGRO-ENO-GASTRONOMIA E TURISMO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA"


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AS 1493 - Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 104, recante disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché per la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di polizia e delle Forze armate e per la continuità delle funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

"Il cibo è nutrimento, scoperta, piacere, convivialità.
Prodotti alimentari e cucina della tradizione sono però anche un vero e proprio patrimonio culturale che trae origine da passione, professionalità, ingegno e fantasia di agricoltori, artigiani e cuochi.
Aprire al turista questo mondo facendogli cogliere le tante sfumature che rendono unici e talvolta irripetibili i cibi dei diversi territori, può voler dire fargli vivere un’esperienza indimenticabile, una specie di “viaggio nel viaggio”.
La collaborazione fra imprese dell’agroalimentare e del turismo per l’offerta di un prodotto turistico esperienziale rappresenta una grande opportunità di crescita per ambedue i settori.
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa. Nella sola Europa sono circa 600mila le vacanze all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni i viaggi che includono attività enogastronomiche.
La vacanza enogastronomica attira anche gli italiani.
In base alla ricerca condotte da World Food Travel Association, l’interesse verso le esperienze enogastronomiche è in sensibile aumento rispetto agli anni scorsi e ben il 92% dei turisti negli ultimi due anni ha preso parte ad attività legate al cibo, al buon vino e alla birra di qualità.
Per il 21% le attività gastronomiche hanno costituito il principale motivo del viaggio, mentre il 58% ha svolto la vacanza per partecipare ad esperienze enologiche, ossia legate al vino, alla birra e altre bevande alcoliche.
Non solo l’interesse, ma anche la percezione della rilevanza di questo aspetto nella scelta della destinazione è cresciuta: il 58% considera oggi l’enogastronomia più importante rispetto a quando viaggiava 5 anni fa. Non è quindi un caso che il 69% degli intervistati dichiari che le proposte enogastronomiche di una destinazione siano state da stimolo alla visita.
Quando viaggiano questi turisti ricercano una pluralità di proposte e attività innovative ed autentiche, come esperienze enogastronomiche nei ristoranti, visite guidate nelle aziende agricole e nelle cantine, festival ed eventi legati al cibo, al vino e alla birra, spesso abbinate ad altre attività (cultura, shopping, etc.). La scelta, quindi, tende a ricadere su destinazioni che offrono un’offerta ampia e varia oltre includente anche la bellezza del luogo, ma non solo.
L’interesse per l’enogastronomia non si esaurisce, pertanto, al concludersi della vacanza. Esperienze enogastronomiche soddisfacenti contribuiscono a rendere questi turisti sia più inclini a ritornare (75%) e raccomandare (81%) la destinazione visitata, ma anche ad acquistare prodotti tipici una volta ritornati alla propria residenza abituale (59%).
Oggi il cibo non è più semplicemente una “fonte di sostentamento”, ma è un modo per stare bene, per divertirsi, per sperimentare, per "fare comunità".
È cresciuta l’attenzione verso i cibi salubri e di qualità.
La ricerca della qualità e della tipicità del prodotto è ritenuta oggi un fattore rilevante da ben l’87,6% degli italiani (dati Censis, 2015), e induce sempre più italiani a cercare luoghi dove trovarli godendo, oltre dell'area turistica che si visita, anche di quella certa pietanza, di quel determinato vino, di quella specifica birra, di quel particolare vino o distillato. L’enogastronomia è cultura, connessione tra turista e territorio.
La cultura enogastronomica è parte integrante di quella più ampiamente intesa. Il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, della gente che lì vive e delle sue tradizioni e sono al contempo elementi di identificazione e di differenziazione rispetto agli altri.
Essi, infatti, non sono solo elemento alla base del sostentamento dell’individuo, ma rappresentano anche strumenti di trasformazione culturale e antropologica. La stessa Organizzazione Mondiale del Turismo ha riconosciuto il turismo enogastronomico come parte del turismo culturale e del patrimonio ideale, sociale e storico di uno Stato.
Lo sviluppo turistico genera al contempo processi di globalizzazione e di valorizzazione delle risorse locali.
In un mondo sempre più aperto il turista desidera emozioni autentiche e identitarie: la presenza di bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche di elevato pregio non sostanzia più il solo elemento nel processo decisionale: il turista vuole avere la possibilità di entrare in contatto e conoscere la cultura e la comunità del luogo.
In questo contesto, l’enogastronomia ha assunto una rilevanza che mai aveva avuto in passato. Sebbene un buon pranzo con prodotti locali abbia sempre rappresentato un elemento fondamentale nella vacanza, oggi il turista si mostra sempre più interessato ad andare oltre al semplice consumo dei prodotti tipici e aspira a conoscerne le origini, i processi e le modalità di produzione e, attraverso questi, il territorio, le vicende storiche, artistiche e sociali, la vita delle persone del luogo.
L’enogastronomia è diventata uno “strumento” privilegiato, racchiudendo e veicolando tutti quei valori che il turista contemporaneo ricerca, ossia: rispetto della cultura e delle sue tradizioni, autenticità, sostenibilità ambientale, rispetto della Natura e benessere psico-fisico.
Nel riportare le competenze relative al turismo dal Ministero per le Politiche Agricole, Forestali e del Turismo (MIPAAFT) al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) - che, pertanto, diviene Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT) -  verrà immediatamente meno questa sinergia, questo interscambio, questo abbraccio fra il mondo dell'agroalimentare, dell'agricoltura nelle sue variegate tipicità e del turismo nelle sue multiformi dinamiche. Nel decreto legge non è contemplata alcuna misura idonea a promuovere una collaborazione tra i due Ministeri, escludendo così la valorizzazione e l'armonizzazione del turismo con il settore enogastronomico.
Stravagante questa decisione visto che durante il Governi di centro-sinistra che si sono succeduti fra il 2013 e il 2018 i Ministri di quelle Amministrazioni, Martina e Franceschini, avevano intrapreso iniziative volte ad una maggiore compartecipazione fra questi settori nevralgici per il Made in Italy.". 
Fabrizio Giulimondi

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