“Il più grande spettacolo del mondo” (Nutrimenti) appartiene alla volumetrica
produzione letteraria dell’americano Don
Robertson, composta da diciotto romanzi - di cui ho già letto e recensito “Paradise
Falls” – in corso di pubblicazione dopo la sua morte avvenuta nel 1989.
Il
linguaggio di Robertson è molto
agevole e la storia scorre placida e carsica sino all’“esplosione”, non solo
autentica e devastante ma anche in senso narrativo e descrittivo. Il lettore
vive la tragedia, la catastrofe, sente il clangore dei crolli, avverte il puzzo
di carne umana bruciata, percepisce il calore insopportabile sulla propria
pelle, è stordito dal gas di cui è satura l’aria, si immedesima nella
disperazione e nell’eroismo dei giovanissimi protagonisti mentre l’azione gli
scorre davanti agli occhi come un film carico di effetti speciali. La brezza si
trasforma in uragano in un istante, il tratto stilistico muta rapidamente
registro e la confusione, il caos, la perdita di tempo e di spazio travolge un
intero quartiere di Cleveland insieme alle certezze di chi legge: il boato
sembra di viverlo in diretta, anzi, di stare proprio lì, sul luogo dove è avvenuto.
Questo
libro magmatico e molto americano esalta i valori del coraggio, della
determinazione, dell’onore, dell’autostima e del riscatto, valori potenziati
dall’ essere perseguiti da ragazzini sotto i dieci anni.
È un
romanzo onomatopeico e ritmato da grumi di parole che aggettivano
ossessivamente le persone.
Ogni fatto,
ogni ambiente, ogni situazione richiama un ricordo in cui i tanti personaggi divengono
protagonisti di vicende minute di vita quotidiana. L’Autore guarda le proprie
creature dall’alto, al pari di un corpo astrale, ove ogni accadimento è
accompagnato dalla descrizione di ciò che succede in quel momento in altri
spazi e nelle esistenze di altri esseri umani, similmente a pennellate rapide e
decise di un pittore: un fatto deflagra in più tranci di vita che palesano
ulteriori mondi.
“Una delle sensazioni più belle che si
possono provare è realizzare di aver compiuto qualcosa di difficile. È qualcosa
che è tuo. È qualcosa che nessuno può portarti via. Ed è anche qualcosa di
coraggioso, molto coraggioso. Determinazione significa coraggio e coraggio
significa che sei una persona vera.”.
Fabrizio Giulimondi
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