lunedì 21 aprile 2025

"LA CITTÀ PROIBITA" di GABRIELE MAINETTI

 


La città proibita” di Gabriele Mainetti (il regista di "Lo chiamavano Jeeg Robot") è un action movie di sapore tarantiniano e splatter, seppur non ad alta gradazione.

Lo schema narrativo cita spesso “Kill Bill”, tanto che la co-protagonista Yaxi Liu (interprete di Mei) ricorda parecchio nei combattimenti le movenze guerriere di Huma Thurman.

I corpi a corpo negli scontri a colpi di kung fu risultano avvincenti e evocano le pellicole degli anni ‘70 con il karateka Bruce Lee.

Convince, e non poco, Enrico Borello - per la prima volta attore protagonista in un film sul Grande Schermo - nel ruolo di Marcello, ragazzo pacifico che si trova coinvolto in vicende tragiche e connotate da estrema violenza, al termine delle quali capirà come è scomparso il padre Alfredo (Luca Zingaretti).

L’ambientazione a piazza Vittorio e nel quartiere multietnico dell’Esquilino a Roma rende particolarmente intrigante il racconto, reso ancor più colorito dalla presenza di Marco Giallini (Annibale, un “infamone” amico del cuore di Alfredo) e di Sabrina Ferilli (Lorena, madre di Marcello e proprietaria del ristorante, parte del set del film).

L’aspetto storiografico funge da interessante retrogusto del racconto: fra il 1979 e il 2015 in Cina era spietatamente proibito avere più di un figlio. La storia inizia in una provincia cinese con due sorelle che si “ritroveranno” nella periferia romana verde e un po' pasoliniana: la delinquenza borgatara-cinese, condita con prostituzione, immigrazione clandestina e brutalità, serve da bassorilievo ad una trama facilmente fruibile dallo spettatore, che potrà contare sul lieto fine.

Fabrizio Giulimondi

                        


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