“Vita privata” di Rebecca Zlotowski è una pellicola cervellotica e complessa di non
facile lettura in cui psichiatria, psicoanalisi, metempsicosi e la complessità dei
rapporti fra madre e figli, fra coniugi e fra psichiatra e pazienti si
intrecciano in modo arzigogolato e confuso. La indubbia bravura di Jodie Foster nei panni di una psichiatra
che non ascolta i propri pazienti, limitandosi a registrarne le sedute, non
sblocca la lentezza dello sviluppo narrativo. Il suicidio di una donna seguita dalla
Foster (Virginie Efira) costituisce il punto cruciale della storia che
porterà ad un cambio di approccio terapeutico e, di rimando, anche esistenziale
di Lilian Steiner.
Fabrizio Giulimondi
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