“In a time of
universal deceit, telling the truth is a revolutionary act”. Questa frase
erroneamente attribuita a George Orwell si addice a pennello alla
nuova fatica letteraria del Vescovo Giovanni
D’Ercole, “Il leone che è agnello: alla
ricerca della verità che salva” (Lumen
cordium).
Quid est Veritas? È la
domanda che pone Pilato a Gesù.
Pilato
è un governatore spietato, dalla crocifissione facile e dai metodi brutali, ma
davanti al silenzio d quell’uomo massacrato si sente turbato, spaesato,
spiazzato. Pilato percepisce l’innocenza del Cristo ma è terrorizzato dalla
folla urlante.
Quid est Veritas?
Pilato
è ognuno di noi, assomma in sé l’Umanità molto meglio di Giuda.
Don Giovanni D’Ercole
scrive pagine memorabili su Pilato ed il silenzio del Messia. Il lettore sarà
spinto a leggerle più volte per assaporarne il significato più segreto e intimo.
Pilato.
Il silenzio di Cristo. Quid est Veritas?
La mia verità è uguale alla tua? Esiste una sola verità o più verità? O nessuna
verità? L’unica verità è nella assenza di verità?
Siamo
nell’epoca in cui l’uomo è colpevole, è colpevole di esistere perché egli è la
causa primaria dei danni al pianeta e degli orrori di cui la storia è testimone.
La natura trasformata in ideologia ambientalista, ecologista e animalista. La
scienza idolatrata come neo religione giacobina il cui autentico DNA è lo
scientismo. Fare figli danneggia l’ambiente e toglie libertà all’uomo
prometeico. L’uomo, dio di se stesso, si autodetermina nella propria essenza
antropologica sostituendo alla realtà la percezione di essa.
Nella “Grande
Narrazione” immaginata da Klaus Schwab, fondatore del World Economia Forum di Davos, si potrebbe trovare la chiave di
lettura di molti accadimenti contemporanei.
Il
cristianesimo è posto ai margini della vita politica e sociale probabilmente
per colpa degli stessi cristiani, perennemente preoccupati di offendere la sensibilità
altrui, specie quella islamica. Sui rapporti fra cristianesimo e islam mons. D’Ercole ci regala passaggi di grande
intensità, passaggi irradiati dalla esperienza pastorale personale da lui vissuta
in Marocco.
Si
anela in Occidente ad una libertà senza argini, dall’aborto alla eutanasia,
alla legalizzazione e liberalizzazione di droghe di ogni genere, alle unioni
omosessuali e poliamorose, al divorzio sempre più celere, alla maternità
surrogata, alla autodeterminazione sessuale di se stessi. Possiamo constatare
un Occidente più felice e più pacifico?
Quid est Veritas?
Il
terrore di morire nel periodo pandemico ha fatto dimenticare in un sol colpo a
molti popoli questa sfrenata pulsione di libertà, facendogli accettare misure di
particolare disumanità, a partire dall’abbandono degli anziani nelle RSA, crollati
nella depressione e disperazione e fatti morire da soli: la libertà non serviva
più, contava solo la salute.
Quid est Veritas? Est vir qui adest!
Una
lettura agevole accompagnata da simbologie e allegorie, meditazioni di antichi
e attuali grandi pensatori, da Aristotele a Pasolini.
Il cristianesimo
messo ai margini perché di ostacolo alla libertà senza orizzonti: siamo più
sereni ora?
“Ecce homo … Io non trovo in lui colpa alcuna”.
E poi Pilato lo ha mandato alla morte in croce.
Il saggio
di Giovanni d’Ercole è una
riflessione su interrogativi che ci poniamo anche quando sembra che non lo
facciamo: “Siamo tutti riuniti sotto la
domanda, divisi nelle nostre risposte” (E.E. Schmitt).
Consiglio
vivamente la lettura di “Il leone che è
agnello”, rara occasione di uscire per qualche ora dalla opprimente cappa
in cui siamo immersi.
Fabrizio Giulimondi
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