sabato 1 settembre 2012

IL GRANDE GATSBY


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 “Il Grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald è un romanzo fra i pesi massimi della letteratura statunitense, pubblicato nel 1925,  a cavallo fra la fine della Prima Guerra Mondiale (1918) e il periodo della Grande Depressione (1929-1933).
 Io ho imparato a conoscere  “Il Grande Gatsby”  prima attraverso il film che vede Robert Redford nelle parti di Jay Gatsbay, ricco e misterioso personaggio, e Mia Farrow,  interprete di  Daisy, la donna di cui Gatsbay è innamorato da anni e che, nonostante sia sposata con uno sportivo di fama nazionale, cerca  di riconquistare in ogni modo, financo  a proteggerla da una di lei condotta che determina la morte della moglie di uno dei protagonisti del romanzo; poi  per mezzo di “Leggere Lolita a Teheran”, splendido lavoro della scrittrice iraniana  Azar Nafidi, che racconta di una docente universitaria che, a causa del regime khomeinista, è costretta ad insegnare alle proprie allieve privatamente,  impartendo loro lezioni sulla  libertà utilizzando i romanzi della grande storia letteraria occidentale, fra cui il libro in commento.
La narrazione avviene per bocca di Nick Carraway che si mostrerà essere l’unico vero amico di Gatsby, il quale  vedrà dematerializzarsi  le centinaia di persone ospiti tutte le sere estive nelle grandiose feste che si celebravano  nella  sua   villa, indicando al lettore una verità a tutti noi conosciuta a spesso dimenticata: l’amicizia vera è rara e maggiormente  diffusa è quella effimera che si liquefa ai primi scricchiolii nella vita del destinatario di essa.

Fabrizio Giulimondi


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