giovedì 16 maggio 2013

"QUATTRO ETTI D'AMORE,GRAZIE" DI CHIARA GAMBERALE


Quattro etti d'amore, grazieDopo “Passione sinistra” (da cui è stato recentemente tratto un recente film, oggetto di commento nella Rubrica dedicata ai consigli cinematografici) e “Le luci nelle case degli altri” (recensito in questo stesso spazio), Chiara  Gamberale,  nella sua ultima fatica letteraria “Quattro etti d’amore, grazie” (Mondadori),  manifesta una minor intensità narrativa ed espressiva.
Due donne che si incrociano in un supermercato: Erica, sposata con figli, spesso incontra nel fare la spesa Tea, una attrice, fidanzata con un uomo-ameba e regolarmente fornita di amante. Non v’è mai un contatto fra le due me, nonostante ciò, l’una vorrebbe essere l’altra, al posto dell’altra, nella vita dell’altra, nelle condizioni dell’altra.
Il racconto ha quattro fili conduttori paralleli: l’elenco delle pietanze che le co-protagoniste acquistano,  apposto all’inizio di ogni capitolo; la storia di Peter Pan e Wendy (soprannome affibbiato dall’uomo - ameba a Tea); la trama di una soap opera (Testa o cuore) la cui l’interprete principale è proprio Tea, telenovela adorata da Erica, fino a diventare il tracciato entro il quale percorrere la propria esistenza; i personaggi del famosa situation comedy televisiva statunitense degli anni settanta Happy days.
Più storie come ne “Le luci nelle case degli altri”, ma con un tratto meno coinvolgente e accattivante, ove non sussiste alcunché di ironico ed allegro come in “Passione sinistra”.

Fabrizio Giulimondi

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