Un
capolavoro! Un libro che va ben oltre la bellezza ordinaria così come viene
comunemente concepita! Un libro a cui spero venga tributato il più elevato di tutti i premi letterari: il Nobel per la
letteratura 2013.
Joel
Dicker non è solo uno scrittore, non è solo geniale nel
comporre le parole, nel combinarle insieme, nello strutturare le frasi e i
periodi, nella sinfonia stilistica che ne scaturisce e che travolge il lettore lasciandolo senza
fiato, ma possiede anche la capacità di
far entrare in ottocento pagine senza
che il lettore stesso se ne accorga, perché surferà
fra parole ed espressioni e frasi e
periodi e stilemi e suoni come in un mare prima piatto, poi lievemente
increspato, poi mosso ed ondoso e, infine, violentato da brutali marosi. “La verità sul caso Harrry Quebert” (Bompiani) rimarrà nella storia
della letteratura europea e mondiale come uno dei più straordinari romanzi che
siano stati partoriti.
Ha
ricevuto il Prix des escivains genevois
nel 2010, il Grand Prix du roman de
l’Academie francais 2012 e il Prix
Goncourt des lyceens 2012, ma il
Nobel necesse est conferirglielo.
“Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per
le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le
hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo
averne letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da una emozione
potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha
appena letto, riguardare la copertina e
sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli
mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito.”.
Questo
è “La verità sul caso Harrry Quebert”:
portentoso, unico, avvincente, strepitoso, non smetterete di leggerlo finché non sarete giunti
all’ultima pagina, all’ultima frase, all’ultima parola, per esserne tramortiti,
e persisterà in Voi un leggero, sottile
senso di malessere misto a tenerezza.
Sarete
presi da una spasmodica ansia che si placherà soltanto con la lettura. E, per
dirla con Stephen King, questo lavoro Vi darà assuefazione perché avrà sul lettore un
effetto drogante, determinando talora
una sorta di apnea, perché la lettura procederà spasmodica, in preda ad emozioni
vorticose e senza pelle. Nessun
accadimento è come sembra, nessun personaggio come appare, nessuna figura
secondaria o di comparsa, perché tutte sono protagoniste, chi è sullo sfondo è in
realtà attore principale, le controfigure sono figure stesse, ciò che è
indistinto è in realtà marcato con un
evidenziatore dalla colorazione accesa.
Non esiste
personaggio che non Vi prenderà e non Vi assorbirà: nessuno risulterà indifferente!
Li odierete o li amerete, ne avrete disprezzo o amore viscerale, urlerete o
piangerete, vorrete insultarli o
accarezzarli e confortarli, ma Vi
coinvolgeranno ineluttabilmente tutti!
La
madre dello scrittore Marcus Goldman è una macchietta talmente ridicola nel
parlare e nell’atteggiarsi che strapperà più di un bonario sorriso.
La
madre di Jenny, Tamara, è di un becero
provincialismo.
Più
volte riderete e più volte Vi commuovere, perché è l’amore il vero, reale, unico leit motiv della narrazione e la trama ne è immersa, inzuppata. E’
un amore illecito, illegale, ma puro, autentico,
scevro di sordidi interessi, senza alcun impudico retroscena: in sottofondo c’è
Lolita di Nabokov, L’amante di Marguerite Duras, ma senza
sensazioni di oscenità, privo di tracce di morbosità: l’amore fra una quindicenne e un
trentaquattrenne, un grande autore di romanzi letti in tutto il Nord America,
Herry Quebert, Maestro di vita e di arti
letterarie di Marcus Goldman.
La verità sul caso Harrry Quebert - se vogliamo - è un giallo pregno di mistero, suspance e improvvisa azione senza
tregua, ma soprattutto un nobile, delicato e struggente racconto sull’amore e
sui tormenti che esso produce: “Adora
l’amore, Marcus. Fanne la tua conquista più bella, la tua sola ambizione. Dopo
gli uomini, ci saranno altri uomini. Dopo i libri, ci sono altri libri. Dopo la
gloria, ci sono altre glorie. Dopo il denaro, c’è ancora il denaro. Ma dopo
l’amore, Marcus…Dopo l’amore , c’è solo il sale delle lacrime.”.Sì, è un romanzo thriller, d’azione, ma in realtà non
è così, è unicamente un inganno, perché è un libro sui sentimenti, quelli veri,
quelli che dilaniano, quelli che cambiano: “Poi
un giorno scoprono l’amore, senza neanche volerlo, senza rendersene conto. E
gli esplode in faccia. E’ come l’idrogeno quando entra in contatto con l’aria:
provoca un’esplosione pazzesca, che travolge tutto. Trent’anni di matrimonio
frustrato che scoppiano tutti in una volta, come se una gigantesca fossa
biologica raggiungesse il punto di ebollizione ed esplodesse, inzaccherando
tutti quelli che stanno introno…in realtà significano solo scoprire troppo
tardi la portata del vero amore e assistere allo sconvolgimento che porta nella
propria vita.”.
E’
uno amore tragico, totale, shakespeariano; al pari del dietro le quinte di tutte le figure che
compaiono, singolarmente o coralmente, nel proscenio del romanzo, ognuna di
esse con un sapore pirandelliano; come in alcuni momenti della storia fa
capolino, per poi divenire ruggente, la visuale psicologica e psichiatrica degli uomini e donne raccontata nei film di Alfred Hitchcock.
Questa
opera affascinante e vincente dà respiro e vita e corpo agli insegnamenti dei
grandi Autori greci: la letteratura e l’arte nella sua interezza hanno il
compito di rendere migliori gli esseri umani: La verità sul caso Harrry Quebert, grazie alle mani, all’intelletto,
al cuore e all’anima di Joel
Dicker, realizza questo miracolo.
Fabrizio Giulimondi
Il libro mi e' stato consigliato da una mia collega, che fin dalla prima pagina non e' riuscita ad alzare la testa dal libro. Il tuo entusiasmo mi convince ulteriormente a scaricarlo come e book e inserirlo nella mia libreria grazie fabri. Flavia
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