domenica 22 settembre 2013

"L'INTREPIDO" DI GIANNI AMELIO

Locandina L'intrepido
L’intrepido” di Gianni Amelio vede il felice ritorno sul grande schermo di Antonio Albanese che, dismessa la maschera di Cetto La Qualunque, indossa il volto buono e senza malizia di Antonio Pane, uomo che ama incondizionatamente lavorare, il lavoro, qualsivoglia tipo di lavoro. La crisi impera in Italia e Milano non sfugge da essa. Antonio Pane, in attesa di una occupazione  di maggiore durata e stabilità, fa il rimpiazzista, svolgendo per poche ore o giorni mansioni di ogni genere al posto di persone che, per malattia o altro, non possono temporaneamente esercitarle: operaio edile, “pupazzo vivente” per il divertimento dei bambini in un centro commerciale, aiuto cuoco in un ristorante, attacchino di manifesti, portatore di pizze a domicilio, conducente di tram, spazzino negli stadi, facchino in un centro di lavorazione dei pesci spada, non disdegnando neppure  di fare il sarto.
Antonio pane ama qualunque cosa compia e la sera quando torna a casa sereno e senza traccia di stanchezza, impegna il residuo tempo serale per prepararsi  per un concorso pubblico, dove incontrerà Lucia.
Lucia è come il figlio di Antonio Ivo – sassofonista talentuoso  sofferente  però di attacchi di panico prima di ogni esibizione pubblica - inquieta, rabbiosa e insoddisfatta.
Il contrasto è fra il viso solare e sempre pieno di fiducia nell’altro e nell’avvenire di Antonio e le facce contratte e rabbuiate di Lucia ed Ivo, scontro fisiognomico e mimico fra due generazioni: la prima combattiva e speranzosa; la seconda rassegnata, priva di carattere ed eternamente incazzata.
Incompiuto in alcuni momenti, quando Antonio vede scomparire in un bosco  accanto ad uno sconosciuto un ragazzino che pensava di aver  accompagnato da un  parente, il film è spesso tiepido e, talora, velatamente sentimentale, con un Antonio Albanese indubbiamente  abile nel giocare con le  proprie capacità espressive e di gesticolazione, dote che non può certamente essere riconosciuta ai suoi colleghi di scena.
Fabrizio Giulimondi


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