Come
“Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, “Beata
ignoranza” di Massimiliano Bruno
affronta il problema di come i cellulari, i social,
facebook, gli sms e whatsapp si sono
insinuati nelle nostre vite modificandole lentamente ma inesorabilmente, trasformando
la comunicazione da emozionale a telematica, rendendola fatalmente artificiale.
Il tema di sapore sociologico intercetta usati e abusati filoni cinematografici
sulla scuola. Questa volta, però, al centro dell’attenzione non ci sono gli
alunni ma due professori (due grandi attori: Alessandro Gassmann e Marco
Giallini): uno drogato di informatica; l’altro, invece, completamente al digiuno.
Per una sfida (ovviamente “sparata” su YouTube)
uno deve uscire dal mondo di internet, l’altro vi deve entrare per un periodo
di tre mesi.
Nonostante
le questioni trattate coinvolgenti sicuramente
lo spettatore, la bravura degli interpreti protagonisti, la presenza corale di altri
volti noti al grande schermo italiano (Massimiliano
Bruno, Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli, Luca Angeletti)
e, non da ultimo, l’esperienza e l’abilità del registra, la pellicola non
raggiunge l’originalità narrativa e la bellezza artistica,estetica e recitativa
di “Perfetti sconosciuti”. “Beata
ignoranza” rimane un po’ confuso: vuole molto ma rimane come bloccato lungo
un confine imponderabile, fra il divertente e l’impegnato, con tonalità contenutistiche
che lasciano perplessi.
Fabrizio Giulimondi
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