Il
regista de “Il sesto senso” M. Night
Shyamalan è tornato nelle sale con un thriller per “menti forti”, “Split”. La passione di Shyamalan per la vivisezione
psichiatrica e l’analisi introspettiva di personalità malate si riverbera anche
in questa particolare e coinvolgente pellicola. Lo spettatore rimane incollato
alla sedia, non molla mai, non si distrae. Una narrazione claustrofobica,
angosciante, ritmata da sonorità musicali metalliche (di West Dylan Thordson), che mantiene il
pubblico in una costante stato di ansia, in una permanente allerta. Ventitré identità.
Ventitré personalità. Una stessa persona. La mente domina il corpo e le ventitré
diverse menti fanno mutare la stessa fisicità di Kevin, interpretato da un
funambolico James McAvoy. L’attore
scozzese da movimento e mimica a ventitré diverse espressioni del viso e a
ventitré diversi modi di atteggiare il proprio corpo. Una stessa psiche e multiformi
corporeità, multiformi corporeità e una stessa psiche, per giungere alla
ventiquattresima identità: la bestia.
Fabrizio Giulimondi
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