“We, The People”
o “We, The Court”? Rischia
di prevalere il secondo sul primo. Rischia di prevalere, pertanto, il potere
senza responsabilità delle Corti Supreme e costituzionali sulla responsabilità
senza potere delle Camere elettive. Dalla Corte Suprema russa che si è pronunziata
sulla questione della non punibilità penale delle percosse non determinanti
lesioni se non reiterate (sul quale tema sta dibattendo proprio in questi
giorni la Duma), al pronunciamento
sul referendum britannico conosciuto
con il nome di “Brexit” , al quale la Corte Suprema inglese ha tolto efficacia
costitutiva e lo ha degradato a momento meramente consultivo, propositivo ed
indicativo (con alcuna efficacia vincolante), rimettendo la decisione al
Parlamento di Sua Maestà, alla nostra Corte costituzionale che “crea” leggi
elettorali e forgia diritti e filiazione di diritti (quarta, quinta, sesta
generazione, e così via), alla stregua della giurisprudenza della Corte Europea
dei diritti dell’uomo che plasma diritti su diritti, imponendoli agli Stati
(salvo quando ragiona, come nel caso recentissima decisione della Grande
Camera, che, fortunatamente, ha accolto il ricorso del Governo italiano non
disponendo nel nostro ordinamento giuridico interno il c.d. utero in affitto).
Non ultima la Corte Suprema statunitense (seppur appartenente ad un sistema
istituzionale, ordinamentale e giuridico molto differente da quello del Vecchio
Continente e, in particolare, dal nostro) che insuffla diritti a iosa (desiderata che tramite una metamorfosi
ontologica e di ingegneria normativa divengono diritti).
Le
Corti Supreme, costituzionali e di ultima istanza, i cui componenti non sono
eletti da nessuno e che a nessuno debbono rispondere, spesso si impongono alla
volontà popolare rappresentata dagli organi assembleari da essa voluti,
sovvertendola: a questo punto i Parlamenti sono costretti, anche contro la
volontà popolare sottesa alla legge dichiarata incostituzionale, a legiferare
per adeguarsi ai diktat delle Corti.
Potere
senza responsabilità (delle Corti) su responsabilità senza potere (delle
Assemblee elettive); “We, The Court”
su “We, The People”.
Fabrizio Giulimondi
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