Il
coraggioso ed erudito saggio storico, filosofico, economico e teologico, “False Testimonianze”, del sociologo
della religione Rodney Stark (Lindau), si pone l’ambizioso obiettivo
di “smascherare alcuni secoli di storia
anticattolica”.
Dettagliato,
puntiglioso, analitico, corposamente documentato, accompagnato dal pensiero di
studiosi delle più variegate discipline scientifiche e culturali, “False Testimonianze” viviseziona ampi
stralci di epoche storiche, sfarzosamente falsificati da pseudo studiosi, mossi
prevalentemente o solamente da odio per la Chiesa Cattolica.
La
storia studia i fatti ed i fatti devono essere in primo luogo accertati, per poi essere adeguatamente scrutinati mediante le lenti fornite da autentiche fonti
documentali e testimoniali. La storiografia, quella seria, quella attendibile,
non “crea” la storia, ma valuta, osserva, se vogliamo, giudica, fatti la cui
esistenza deve essere rigorosamente accertata: i fatti prima di tutto devono esistere.
Il
lavoro di Stark parte proprio da questa
drammatica constatazione: molti accadimenti attribuiti alla Chiesa
Cattolica - dal Medioevo (“Secoli bui?”),
alle crociate, all’Inquisizione, a Galileo Galilei, al Rinascimento ed all’Illuminismo,
ai rapporti con il franchismo ed il nazismo, finanche alla nascita del capitalismo
e della economia di mercato - non si sono
mai verificati. Lo storiografo serio deve approfondire la fonte che egli propone
per lumeggiare il periodo esaminato: deve
indagare oculatamente sul suo autore, su quali siano i rapporti fra questi e l’oggetto dell’ indagine e verificarne le basi ideologiche, politiche e religiose.
Questa operazione di pulizia scientifico-metodologica degli strumenti di
ricerca storica fa emergere con chiarezza, al termine della lettura dell’affascinante
“False
Testimonianze”, che siamo cresciuti in presenza di incredibili menzogne sul
nostro remoto e recente “passato”.
L’odio
religioso e la faziosità politica non dovrebbero albergare fra storiografi, letterati
e filosofi.
Una
massima deve guidare il lettore di questa opera, come di qualsiasi altro libro
di questo stesso genere: non accontentarsi mai delle verità apparenti e superficiali
che il “Pensiero Unico” ci impone, ammantandole di melliflua scientificità: potrebbero
essere deviate e devianti, meretrici e,
persino, del tutto false.
Fabrizio Giulimondi
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