Questo
è il tempo dell’individualismo, del menefreghismo, del tanto peggio tanto
meglio, del mors tua vita mea, del carpe diem, dell’epicureismo sfrenato,
del “Che male c’è?”, della negazione della Storia e di un continuum che lega il passato con il presente e il futuro. Questo è
il tempo dell’abbandono di qualsiasi visione ultronea, trascendentale,
valoriale, epica, eroica, mitologica dell’esistenza umana, l’epoca i cui ogni
desiderio diventa un diritto imperativo. Bene, in questo tempo “Eroi-Ventidue storie dalla grande Guerra”,
a cura di Emanuele Merlino, Emanuele
Mastrangelo ed Enrico Petrucci (Idrovolante
edizioni) fa ripercorrere al lettore non un periodo storico ma una lunga emozione
attraverso vicende vere, autentiche,
vite vissute, sangue e passione, morte e volontà di vittoria e di redenzione,
il coraggio oltre ogni limite di ragazzi e ragazze provenienti da venti regioni d’Italia, ragazzi e ragazze
italiani, giovani, gagliardi, pieni di vita, eguali a tanti, diversi da tanti,
che mettono in gioco tutto se stessi per quell’ ”Idea” oggi tanto svillaneggiata
e irrisa: Patria. Racconti partoriti
dalla Prima Guerra Mondiale, dalla Grande Guerra, dalla Quarta Guerra d’Indipendenza:
24 maggio 1915 - 4 novembre 1918. L’Italia questo conflitto l’ha vinto. L’Italia
lo ha voluto dimenticare. Agli italiani l’hanno fatto dimenticare.
Questo
lavoro letterario, venato da una incontrollabile forza emotiva e sentimentale, da
un commovente amore patriottico, è un libro-albero, ricamato da venature gonfie
della linfa vitale della Memoria, il ricordo di chi ha destinato la propria beve
esistenza non al Nulla odierno ma ad un ideale, un ideale che è diventato “Italia”.
“Solo in Italia può capitare che la
dichiarazione di guerra venga fatta da un poeta. Solo in Italia la poesia si fa
arma, il verso si fa gesto, la storia chiama alla Vittoria. Non posso fare
altro. Non è facile convincere i miei superiori ma ‘Quando l’Italia è in guerra
io devo essere al mio posto’. E parto”.
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