sabato 17 maggio 2025

"IL DIO DEI BOSCHI" di LIZ MOORE

 


Un romanzo è un genere letterario che comporta un notevole lavoro di costruzione narrativa da parte dello scrittore, un’autentica elaborazione ingegneristica ed architettonica fatta di parole e silenzi.

Un romanzo thriller impegna ancora più il suo ideatore perché la trama avviluppa in un reticolato labirintico molte storie e molti personaggi.

Il “Il dio dei boschi” di Liz Moore (NNE) è tutto questo all’ennesima potenza.

La parola “panico” deriva dal nome della divinità dei boschi, Pan, e sono i boschi il set dove si svolge il racconto, anzi, si svolgono i racconti, racconti che si intersecano e si aggrovigliano fra di loro. I boschi danno forma e forza all’atmosfera delle vicende il cui retrogusto è morbido e pungente, dolce e asprigno come alcune pietanze esotiche.

Prima scompare un bambino di otto anni. Dopo anni scompare la sorella di tredici. Camp Emerson è uno spazio silvestre dove adolescenti di famiglie facoltose trascorrono il periodo estivo. Il passato incombe, il futuro anche seppur celato da una verità che non si vuole rivelare.

La storia avanza e avvinghia il lettore alla sedia. L’Autrice sopravanza i pensieri di chi legge che vuole solo sapere. Sapere e capire. Le certezze vanno accantonate. I pensieri che albeggiano in mente non sono mai veritieri. Tutto è fallace. Tutto è grandioso nella pochezza umana. Eroi sono solo coloro che vivono ai margini, messi all’angolo già in gioventù, beffati dai propri familiari, parenti, amici, fidanzati.

Il tratteggio dei caratteri è solo apparentemente sfumato. In realtà, le linee sono marcate, incise su un foglio dalla carta porosa.

È tempo di cominciare a leggere.

Fabrizio Giulimondi

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