Oramai
procedono stancamente le versioni filmiche sui super eroi creati dalla Marvel Comics e,
il secondo film che racconta le gesta
del figlio di Odino “Thor - the dark
world” di Alan Taylor, ne è la dimostrazione tangibile.
A
parte il 3D tecnicamente deludente, l’atteggiamento e il comportamento del Semidio non rispettano quell’aura di divinità
e di distacco dai mortali che, invece, emerge dai fumetti e negli stessi
cartoni animati degli anni settanta. Questo eroe vichingo presente nella antica
mitologia nord europea rasenta talora il ridicolo, specie quando sale in
metropolitana e chiede la direzione per recarsi a Greewich, dopo aver transitato come nulla fosse da un
mondo all’altro. La pellicola si salva per i momenti di genuina comicità che ci
regala il personaggio che dovrebbe
essere malvagio, ma che, in realtà, è sinceramente simpatico, ossia il fratello
Loki (Tom Hiddleston), che aspira sin dal primo film (Thor) a divenire il re di Asgard e,
deduco, vi aspirerà anche nel probabile
terzo tempo che verrà propinato al
pubblico in questo stesso periodo il
prossimo anno.
L’attore
che veste i panni del protagonista è Chris
Hemsworth, lo stesso bel ragazzone che interpreta nel di molto bel film Rush
(recensito in questa stessa Rubrica) James Hunt, rivale nella formula 1 di Niki
Lauda.
La
rivalità, temo, sussista – e non poco - anche fra i fratelli Hemsworth, visto che Liam Hemsworth lo troviamo come attore
coprotagonista in Hunger Games - Catching fire (qui ottimamente
commentato da mia figlia Alessia),
colossal americano che sta impazzando in
questi giorni nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
Buona
Visione? Non buona visione? Boh! Chi può dirlo?!
Fabrizio
Giulimondi
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