“La mossa del pinguino”, opera prima come regista del noto - sul grande
e piccolo schermo - attore romano e
figlio d’arte Claudio Amendola, non
convince fra lazzi talora divertenti e non poca noia.
Amendola con
sé porta una porzione del cast dei Cesaroni
e di Distretto di Polizia (anche qui
Ricky Menphis ha come padre Sergio Fiorentini), con due innesti di valore come
Ennio Fantastichini ed Edoardo Leo (che oramai imperversa nelle sale
cinematografiche).
La
mossa del pinguino è quella che fa l’animale artico quando è stanco e vuole
risparmiare energie, mettendosi a pancia sotto e lasciandosi scivolare lungo il
ghiaccio, giungendo agevolmente a meta, ed è la mossa del pinguino che
suggerisce il figlio (il giovanissimo e promettente Damiano de Laurentis) ad
uno dei co-protagonisti per ottenere un punto a carling.
E’
il carling, gioco stravagante, entrato nelle discipline olimpiche nel 1984, a
costituire l’ossatura della trama e a fare da collante alle storie dei suoi aspiranti- e improbabili –
giocatori, che mirano a partecipare ed a vincere ai giochi invernali di Torino nel 2006.
Il
finale con il sottofondo delle suggestive musiche di Vangelis, che hanno fatto
da colonna sonora al film di Hugh Hudson Momenti
di Gloria, è un po’ eccessivo.
Andrà
meglio la prossima volta.
Fabrizio Giulimondi
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