domenica 23 marzo 2014

" LEI " ( "HER") DI SPIKE JONZE

Locandina italiana Lei
 
Solitudine. Solitudine. Solitudine. Solitudine. Solitudine. Solitudine.

E ancora solitudine.

L’essere umano è un animale complesso e complicato, che sfugge a se stesso e, talora, non si governa, non si capisce, non si conosce: i rapporti sentimentali fra uomo e donna sono lo specchio di  questo e le relazioni fra individui sono segnate dal mistero dell’amicizia e dell’amore e, quindi, dalla emotività e, pertanto, dalla irrazionalità.

Una umanità indebolita ha paura di questo e non è più in grado di affrontare la bellezza della difficoltà della comunicazione con l’ “altro”: troppo difficile, troppo impegnativo. Più comodo  avere vicino  un animale, o ancor meglio,   una intelligenza artificiale, partorita dalla copulazione fra la genialità della mente umana ed un computer.

Theodore, interpretato da un magniloquente Joaquin Phoenix, sta divorziando da una donna che frequenta ed ama dai banchi della università. Theodore scrive toccanti lettere per conto di  fidanzati e sposi che non ne sono capaci e interagiscono tra loro attraverso di lui. Theodore si innamora di un OS (operative system), un sistema operativo,  sul set presente con la voce suadente, sensuale, inquietante di Samantha (nella versione originale americana incarnata da Scarlett Johansson, la Vedova Nera nelle produzioni Marvel, mentre in quella italiana doppiata dall’attrice Micaela Ramazzotti).

La presenza vocale di Samantha diventa quasi ansiogena, come è angosciante il mondo descritto nel film “Lei” (“Her”) -  Premio Oscar e Golden Globe come miglior sceneggiatura originale -  del regista, soggettista e sceneggiatore Spike Jonze.

Il mondo di Theodore si va sempre più popolando di monadi, di persone che non hanno più contatti “veri”, “reali”, “fisici”, che implicano emozionalità, rischio, gioia autentica al pari di autentica sofferenza. La città di Los Angeles è lo scenario grottesco ove gli abitanti parlano tra di  loro attraverso le mail scritte da Theodore e gli amanti non sono in carne ed ossa, ma  irreali e fittizi come gli OS.

Romantico? Drammatico? Senz’altro. Fantascientifico no: è solo l’anteprima  di un prossimo futuro, raccontato  nel passato dallo scrittore russo   Asimov e descritto dal filosofo tedesco  Leibniz. E’ unicamente  l’anticipazione di un  presente che si avvicina,  fatto di contatti non vocali o corporei, privati  della   fisicità e nascosti agli  sguardi,  sviluppati solamente attraverso sms, e mail e whatsapp.

 

Fabrizio Giulimondi  
 
 

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