Solitudine. Solitudine.
Solitudine. Solitudine. Solitudine. Solitudine.
E ancora solitudine.
L’essere umano è un animale
complesso e complicato, che sfugge a se stesso e, talora, non si governa, non
si capisce, non si conosce: i rapporti sentimentali fra uomo e donna sono lo
specchio di questo e le relazioni fra
individui sono segnate dal mistero dell’amicizia e dell’amore e, quindi, dalla
emotività e, pertanto, dalla irrazionalità.
Una umanità indebolita ha
paura di questo e non è più in grado di affrontare la bellezza della difficoltà
della comunicazione con l’ “altro”: troppo difficile, troppo impegnativo. Più
comodo avere vicino un animale, o ancor meglio, una
intelligenza artificiale, partorita dalla copulazione fra la genialità della
mente umana ed un computer.
Theodore, interpretato da un
magniloquente Joaquin Phoenix, sta
divorziando da una donna che frequenta ed ama dai banchi della università. Theodore
scrive toccanti lettere per conto di fidanzati
e sposi che non ne sono capaci e interagiscono tra loro attraverso di lui.
Theodore si innamora di un OS (operative system), un sistema operativo, sul set presente con la voce suadente,
sensuale, inquietante di Samantha (nella versione originale americana incarnata
da Scarlett Johansson, la Vedova Nera
nelle produzioni Marvel, mentre in quella italiana doppiata dall’attrice Micaela Ramazzotti).
La presenza vocale di
Samantha diventa quasi ansiogena, come è angosciante il mondo descritto nel
film “Lei” (“Her”) - Premio Oscar e Golden
Globe come miglior sceneggiatura originale - del regista, soggettista e sceneggiatore Spike Jonze.
Il mondo di Theodore si va
sempre più popolando di monadi, di persone che non hanno più contatti “veri”, “reali”,
“fisici”, che implicano emozionalità, rischio, gioia autentica al pari di
autentica sofferenza. La città di Los Angeles è lo scenario grottesco ove gli
abitanti parlano tra di loro attraverso
le mail scritte da Theodore e gli amanti non sono in carne ed ossa, ma irreali e fittizi come gli OS.
Romantico? Drammatico? Senz’altro.
Fantascientifico no: è solo l’anteprima di un prossimo futuro, raccontato nel passato dallo scrittore russo Asimov
e descritto dal filosofo tedesco Leibniz.
E’ unicamente l’anticipazione di un presente che si avvicina, fatto di contatti non vocali o corporei,
privati della fisicità e nascosti agli sguardi, sviluppati solamente attraverso sms, e mail e
whatsapp.
Fabrizio
Giulimondi
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