Dopo
Il Suggeritore (vincitore del premio Bancarella
2009) e L’ipotesi del male (recensito
in questa stessa Rubrica), si affaccia nelle librerie italiane un altro romanzo
di Donato Carrisi “Il cacciatore del buio” (Longanesi), un autentico capolavoro
thriller, carico di interminabile suspance
e mistero e colorato di tinte cupe orlate di tenebra, un affresco
letterario composito e potente.
“Il penitenziere era in grado di rievocare il
male che quello si portava dentro…Esistono alcune categorie di crimini che
attirano l’attenzione della Chiesa….Si differenziano perché contengono una ‘anomalia’
”
Una
figura antropomorfa esoterica di un uomo con la testa da lupo. Strade e piazze
di Roma avviluppate da bellezza e magia. L’irraccontabile che si nasconde nella
Roma sotterranea e catacombale. Palazzi romani antichi dove regna ancora l’inquietudine
di chi vi ha vissuto. Pitture, dipinti e mosaici che seguono con sguardi
tormentati personaggi che cercano verità indicibili, malefiche. Una
ambientazione della storia dove non si distinguono più i confini fra
letteratura e cinema e i tratti di penna e immagini filmiche si fondono
indissolubilmente. Brian de Palm, Alfred Hitchcock, Jonathan Demme tessono il
filo narrativo insieme a Carrisi. Sandra che consegna a Marcus la medaglietta
di San Michele Arcangelo appartenuta a Clemente rimanda immediatamente la mente
alla scena finale de L’esorcista.
Transessualismo mortifero, metamorfosi kafkiane, bambini che come crisalidi diventano
“altro” da adulti: assassini narrativi, psicopatici sapienti.
Hic est diabolus.
Il
Bene e il Male sono dimensioni marcatamente opposte e avverse o sono due dimensioni
di uno stesso Essere? Sono così irrimediabilmente separati come ne Lo strano caso del dottor Jekyll e del
signor Hyde di Robert Louis Stevenson, o semplicemente l’uno è servente all’altro?
il Male ancillare al Bene?
I
siti archeologici, i monumenti e le chiese romane raccontano storie e leggende
che riportano il lettore a tempi antichi che in realtà potrebbero sostanziare il
nostro futuro.
Colis eum?
Un
prete amnesico che è un penitenziere, ossia un cacciatore del buio: ”Lui era un cacciatore del buio. Non si
trattava di una professione, era la sua natura. Il male non era semplicemente
un comportamento da cui scaturivano effetti e sensazioni negative. Il male era
una dimensione. E il penitenziere riusciva a scorgerla, vedendo ciò che gli
altri non potevano vedere.”.
Fabrizio Giulimondi
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