Crux sancta sit mihi lux
Non draco sit mihi dux
Vade retro satana
Nunquam suade mihi vana
Sunt mala quae libas
Ipse venena bibas
Demonologia,
esorcismi, delitti seriali simbolici a scopo religioso, preti ossessionati e
compulsivi, satanismo, temi triti e ritriti affrontati da anni dal cinema e
dalla letteratura. Negli anni settanta la cinematografia e gli scrittori hanno
prodotto pellicole e romanzi di altissima caratura. Oramai siffatti argomenti
sono stati sviscerati abbondantemente e non riescono più a dare alcun brivido
allo spettatore e al lettore. Solo personalità come Donato Carrisi con i suoi
libri riescono a tenere alto l’onore del thriller esoterico in Italia e nel
Mondo. Credo che Carrisi, al pari del grande e compianto Giorgio Faletti, possano essere i referenti letterari di Fabio Girelli
(già vincitore con “Marmellata di Rose” del Premio Micro-editoria italiana
2014), che con la sua ultima opera “Il
settimo esorcista” (Piemme) ritorna
su queste tematiche con poca efficacia e mordente. Si rimane perplessi dell’editing, che lascia correre su passaggi
chiaramente grotteschi (non appositamente grotteschi) e irrealistici, oltre lo
stile eccessivamente didascalico che fa perdere di suspense la trama. Il protagonista - un vice questore bipolare, tabagista
e sociopatico che si accompagna con una transessuale (ricorda tanto, troppo, Niente di Vero tranne gli occhi di
Faletti) è alla ricerca di un serial killer legato a storie esorcistiche e di
possessione. L’ambientazione è nella magica Torino e nei suoi sotterranei
(scimmiottando le straordinarie ed inquietanti descrizioni di una Roma
catacombale realizzate da Carrisi), in cui ex
voto e dipinti sono l’innesco degli omicidi.
Fabrizio Giulimondi
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