La
stravaganza può divenire estetica artistica sviluppata sul grande schermo.
“La favorita” del regista Yorgos Lanthimos – uno dei massimi
esponenti del cinema ellenico – è narrazione fatta di primi piani, volti
immobili, particolari di occhi, sguardi, mimica, maestose ambientazioni della corte
britannica ottocentesca della regina Anna (Olivia
Colman, doviziosamente imbruttita sino a renderla disgustosa) e della sua “damigella”
prediletta (Rachel Weisz), poi
sostituita da un’altra prescelta (Emma
Stone).
Le
differenze caratteriali, di personalità e di intendimenti delle due sono di non
poco momento, perché la prima ha in animo il bene del Regno, la seconda solo il
proprio, manifestando lati ributtanti di sé.
La
storia è, invero, il sottofondo, perché la raffinatezza delle immagini mista
all’ espressione dei visi, ritratti impercettibilmente dal basso verso l’alto,
come se lo spettatore stesse con le gambe leggermente flesse dinanzi al
personaggio, sono il vero proscenio del racconto.
Nove nomination ai prossimi Oscar e tre Golden
Globe vinti: una storia morbida, urticante e nascostamente angustiante che avviluppa
l’attenzione del pubblico senza che esso se ne accorga,
La
colonna sonora, prevalentemente composta da suoni monocordi e ossessivi nella
loro identica ritmica, determina nell’animo senso di inquietudine e di attesa
per ciò che succederà in un finale dal ricco sapore simbolico, che ogni
spettatore interpreterà in modo difforme dall’altro.
Fabrizio Giulimondi
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