“Pornolescenza. Proteggere bambini e
adolescenti da pornografia, sexting e cyberbullismo” di Antonio Morra (prefazione di Emiliano Lambiase) (ABBiABBè edizioni): breve, micidiale e utilissimo saggio che
consiglio caldamente a genitori, fratelli (maggiori) e adulti in genere.
Grazie
ad un rigoroso taglio scientifico, note puntuali, documentazione incontrovertibile,
dovizia di dati, informazioni e rilevazioni statistiche, l’Autore fa entrare il
lettore nelle bolge dantesche della pornografia e dei suoi derivati,
snocciolando tutta la filiera dell’orrore, dal sexting, al porn revenge,
dal cyberbllismo allo slut-shaming, dalla “pseudo
pedopornografia infantile” sino a quella vera e propria.
Implacabile
dissezione di un mondo orripilante e infernale, dove negli antri nascosti della mercificazione
e della disumanizzazione del sesso irrompono suicidi (delle porno-attrici di cui non
parla mai nessuno), alcool, droga, depressione, disperazione. Nel web, coperti
dall’anonimato e senza ostacoli di sorta, moltitudine di giovani e giovanissimi
del globo consumano pornografia on line
sino alla ossessione e alla dipendenza. Il lettore scoprirà quanto la violenza,
anche nella sua declinazione sessuale e nella dimensione fra adolescenti, sia spesso
strettamente legata all’uso e abuso di pornografia. Similmente al meccanismo
compulsivo e di assuefazione del tossico e dell’alcolista, il fruitore abituale
di porno cerca sempre di alzare l’asticella del proibito e dell’inusuale per incamminarsi
inconsapevolmente ma ineluttabilmente verso la visione di immagini di sesso estremo,
violento, senza limite né freni, in direzione dell’“Oltre”. La pornografia
pedofila costituisce l’ultimo girone e dalla fantasia si passa ai fatti, anche
fra minorenni. Una vera “pornificazione”
dell’esistenza e della sessualità umana sin dalla sua più tenera età a cui
Morra cerca di porre rimedi fornendo espliciti, preziosi quanto pragmatici
consigli, specie ai genitori.
“La nuova generazione deve imparare a
smettere di preoccuparsi delle opinioni della massa. Deve imparare a combattere
la pressione dei propri coetanei. Se vogliamo che i nostri figli siano forti,
dobbiamo insegnare loro a pensare con la propria testa e a lottare per i propri
valori”
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