mercoledì 1 maggio 2019

"IL TUNNEL” di ABRAHAM B. YEHOSHUA (EINAUDI)



Il tunnel” di Abraham B. Yehoshua (Einaudi) è un intreccio di metafore ed allegorie che si fondono in un nodo inestricabile. “Il tunnel” è il deserto di Negev che si va ad affacciare nel deserto di un lobo frontale avvolto nelle nebbie, è l’atrofia di un cervello che guarda un tunnel che deve penetrare una collinetta sabbiosa carica di storia nabatea. “Il tunnel” è un viaggio dal settentrione al meridione di Israele e un viaggio lungo la demenza, dalla sua scoperta alla sua esplosione. Il viaggio è l’architrave della narrazione, un viaggio che percorre autostrade e dune, ma, soprattutto, tunnel, tunnel visibili e tunnel invisibili, intangibili, nascosti, tunnel fatti di cemento e mattoni e tunnel eterei come quelli che attraversa l’anima. È un viaggio vissuto da un eccellente ingegnere nella propria perdita di coscienza dove la scenografia è composta dall’amore familiare, filiale, coniugale. È una storia albeggiante e crepuscolare che vede Luria, la sua famiglia, i suoi ex colleghi e i parenti di vetusti collaboratori espandersi proiettati verso l’esterno, per poi essere interiorizzati dall’Autore che consegna al lettore il compito di rielaborarli e rivisitarli.
Yehoshua ha uno stile morbido, caldo, delicato, pacato, dai colori tenui, lievemente chiaroscuri, avvolgente, come un tramonto sulla distesa desertica della Giudea, ove descrizioni ambientali e naturalistiche si sciolgono in quelle intimistiche ed introspettive: “Una sottile falce di luna spuntata a oriente, incalzata da uno sciame di stelle, solca il cielo terso”.
E la parola si fa incanto.
Fabrizio Giulimondi


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