giovedì 30 maggio 2019

"IL TRADITORE" di MARCO BELLOCCHIO



So di essere controcorrente con l'"Osanna collettivo" ma l'ultima fatica cinematografica di Marco Bellocchio "Il traditore" è deludente.
Dopo una prima parte efficace la narrazione dall'incontro di Tommaso Buscetta con Giovanni Falcone in poi diventa debole, poco incisiva e a tratti surreale: il primo interrogatorio fra don Masino e il grande giudice siciliano è stato reso ben più potente dai tanti film realizzati in passato; il processo è reso una comica; i confronti con gli altri boss lievemente ridicoli e un poco noiosi; il presidente della Corte raffigurato in maniera macchiettistica; il riferimento all'Aids durante il dibattimento del maxiprocesso a Cosa Nostra del 1986 irrealistico, visto che in Italia se ne è iniziato a parlare diffusamente solo negli anni 1988-1989.
Vagamento apologetico, il film è troppo lungo, a macchia di leopardo lento, appesantito dal voler dire troppo.
Artisticamente interessanti le evocazioni simboliche, metaforiche, immaginifiche e oniriche.
Bravissimi gli attori, fra cui spiccano, in una coralità attoriale, Pierfrancesco Favino (Buscetta) e Luigi Lo Cascio (Totuccio Contorno).
Fabrizio Giulimondi

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