martedì 4 giugno 2019

FABRIZIO GIULIMONDI: "SINTESI DI INTERVENTI IN TEMA DI AGRICOLTURA"


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CONSUMO DEL SUOLO

Ogni giorno in Italia si cementificano 100 ettari di superficie libera e,  secondo il rapporto 2018 dell'ISPRA, il consumo di suolo continua ad aumentare: tra nuove infrastrutture e cantieri  - che da soli coprono più di tremila ettari -  si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all’interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio (coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne),  soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai più di 350 mila ettari, circa l’8% della loro estensione totale
Il suolo agricolo che viene destinato alla cementificazione è una sconfitta per agricoltori e cittadini. È una sottrazione di biodiversità animale e vegetale, di terra utilizzabile per la produzione di cibo, di risorse naturali non rinnovabili di cui non potranno godere le generazioni attuali e future.
Il suolo è una risorsa fondamentale non solo dal punto di vista agricolo-alimentare ma anche paesaggistico e ambientale. La perdita di superficie agricola, infatti, comporta inevitabilmente una riduzione della produzione agricola, rendendola insufficiente a soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale e facendo crescere la dipendenza dell'Italia dall'estero. Preservare la vocazione agricola del suolo ed evitare di snaturarne e stravolgerne le connotazioni naturalistiche, attraverso l'eccessiva urbanizzazione, significa tutelare il paesaggio e l'ambiente, oltre ridurre il rischio di disastri idrogeologici.
Per realizzare questi obiettivi la Commissione Agricoltura del Senato sta esaminando più proposte legislative nel rispetto dei princìpi fondamentali espressi dagli artt. 9 e 117 Cost.
Molto importante è disporre il divieto del cambio di destinazione d'uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti di Stato o unionali, nonché incentivare il recupero del patrimonio edilizio rurale al fine di favorirne l'opera di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti.
Fabrizio Giulimondi


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TURISMO ENOGASTRONOMICO
Cibo, identità, cultura, scoperta: cos’è un territorio se non la somma di queste peculiarità?
Il cibo e il vino spesso sono una delle porte di accesso più immediate a un territorio, una delle prime esperienze con le quali il viaggiatore contemporaneo cerca un contatto con la cultura e le tradizioni del luogo. Sostenere questa offerta significa generare valore per i territori che sono la fonte creativa della nostra identità plurale, determinando un effetto moltiplicatore che dall'agricoltura e il paesaggio passa ai prodotti alimentari, alle tradizioni enogastronomiche e, infine, ai territori, agli abitanti, ai turisti, all'economia e al turismo.
La propensione a viaggiare con motivazioni legate all’enogastronomia arriva nel Meridione al 52%, al 47% nelle regioni del Centro Italia, al 41% per quanto concerne i territori del Nord Ovest e al 39% del Nord Est.
In relazione alla età, i nati tra il 1965 e il 1980 (47%) e i Millennials (1981-1998) (46%) hanno dichiarato di avere svolto viaggi di natura enogastronomica.
Il 98% dei turisti italiani ha partecipato ad almeno una esperienza enogastronomica nel corso di un viaggio compiuto nel triennio 2016-2018.
Fra gli "spazi enogastronomici" risultano più popolari: i mercati e mercatini caratteristici (82%); bar e ristoranti storici (72%); le esperienze di visita ai luoghi di produzione, con in primis le aziende agricole (62%) che registrano un tasso di interesse maggiore rispetto alle cantine (56%).
Il 92% dei turisti enogastronomici che ha svolto una vacanza con questa motivazione primaria nel triennio (2016-2018) ha scelto una località italiana.
Il disegno di legge sulla istituzione dell'insegnamento della storia e della cultura delle eccellenze enogastronomiche italiane come materia di educazione civica, approvato dalla Camera dei deputati e approdato da poco in Senato, rappresenta un decisivo passo avanti per una maggiore valorizzazione, anche sotto un aspetto culturale, delle pregevolezze che gli agricoltori italiani portano sulle tavole di noi tutti.
Il Decreto Ministeriale MIPAAFT 13 marzo 2019 costituisce un grande successo idoneo a dare fiducia ad un settore fortemente strategico per l'economia del nostro Paese, costituisce un passo avanti per una migliore regolamentazione del settore e promuove il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo, soprattutto nelle aree interne e nelle zone a forte vocazione vitivinicola. In virtù di questo D.M. le aziende vitivinicole disciplineranno le loro attività di accoglienza, di divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo. 
In particolare, viene data finalmente una puntuale definizione di “Enoturismo”, vengono completate alcune semplificazioni fiscali per le aziende agricole e vengono definiti anche degli standard minimi di qualità dei servizi offerti. Inoltre, il settore viene dotato di un quadro normativo completo e armonizzato a livello nazionale, che potrà certamente incoraggiare le imprese e le associazioni di categoria a trovare e implementare una strategia organica comune delle attività enoturistiche, con la possibilità di promuovere in futuro anche un logo unico a livello italiano.
Fabrizio Giulimondi

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