“Esodo” è il secondo debutto teatrale di Simone Cristicchi come autore (insieme a Jan Bernas), regista
e attore, dopo la sua prima esperienza sul palcoscenico con “Magazzino 18”, che lo
ha visto oggetto di minacce di morte e ritorsioni - oltre gli spazi che lo
ospitavano di danneggiamenti - per aver osato parlare di foibe.
Due
date: 8 settembre 1943, 10 febbraio 1947.
Due
numeri: 350.000 profughi italiani istriano-giuliano-dalmati; non meno di 10.000
infoibati.
Da chi
fuggivano? Chi li infoibava? La ferocia tirannide comunista del maresciallo
Tito che voleva slavizzare “con ogni mezzo” terre da secoli abitate da
italiani.
Cristicchi per
un’ora e mezzo con la prosa e la musica ferma il tempo, dirada lo spazio, accelera
i battiti cardiaci del pubblico, inumidisce gli occhi dello spettatore.
Cristicchi con
altitudine fisica, interpretativa e morale domina la scena e per un’ora e mezza
irrompe nel silenzio odioso, premeditato e violento costruito dalla
storiografia dei soliti noti che aveva imposto al Popolo italiano di non
sapere.
La
tragedia di una Comunità si fa verità e la verità finalmente si fa storia e la
storia arte e l’arte scorre lungo le vene di chi ascolta e guarda e si emoziona
e…ora sa.
I
muscoli si rilasceranno solo dopo un poco che sarete usciti dal teatro.
Simone Cristicchi: il
coraggio di un artista a tutto tondo.
Fabrizio Giulimondi
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