venerdì 14 febbraio 2020

"SAN GIOVANNI PAOLO MAGNO" di PAPA FRANCESCO con LUIGI MARIA EPICOCO (SAN PAOLO).

 















"San Giovanni Paolo Magno" di Papa Francesco con Luigi Maria Epicoco (San Paolo).
Recensire un'intervista a Bergoglio, ad opera di Luigi Maria Epicoco, sulla immensa figura di San Papa Giovanni Paolo II nel centenario dalla sua nascita non è un batter di ciglia.
L'attuale Pontefice tramite un gioco di parallelismi e intersezioni ripercorre la propria vita umana, sacerdotale, vescovile, cardinalizia e papale attraverso le medesime tappe percorse dal gigante del XX secolo, Karol Wojtyla, dalla sua venuta al mondo il 18 maggio 1920, alla sua elezione a Pontifex Maximus il 16 ottobre 1978 sino alla sua morte.
Il Vescovo di Roma argentino si identifica con il pensiero teologico e pastorale del Successore di Pietro polacco e, per mezzo di questo breve scritto, rimarca in maniera granitica punti fermi della Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Possenti ed estremamente chiare le pagine sul gender. L'intervistatore chiede: "Secondo Lei, in questo momento storico qual è la modalità più specifica attraverso cui il male si fa presente e agisce?". Papa Francesco risponde senza giri di parole: "Una di queste è la teoria del Gender".
L'annuncio del messaggio cristiano (il kerigma) viene prima di ogni cosa e non deve essere corrotto dall'ideologia marxista come ha inopinatamente fatto la Teoria della Liberazione, giustamente contrastata da Giovanni Paolo II: "C'è sempre il rischio di lasciare il kerigma e di idealizzare la cultura. Ma la grande sfida dell'evangelizzazione è proprio quella di salvare il kerigma e di trovare sempre l'alfabeto giusto per poterlo raccontare nella cultura".
Le aree progressiste  particolarmente attratte dall'orbita protestante e luterana rimarranno deluse dalle lapidarie parole di Bergoglio sulla questione del sacerdozio femminile ("Molto spesso, quando mi viene posta la questione del sacerdozio femminile, io dico che non soltanto sono d'accordo con Giovanni Paolo II, ma che la questione non è più in discussione, perché il pronunciamento di Giovanni Paolo II è stato definitivo") e sul celibato dei preti verso il quale non v'è la più che ben minima apertura. Papa Francesco fa proprio il grido di Wojtyla sulla famiglia (costituita solamente da uomo e donna) minacciata e aggredita da chi vuole ridurla ad una paccottiglia indistinta.
Commoventi le parole di commiato del Pontefice sudamericano dedicate a Giovanni Paolo II nel suo ritorno alla Casa del Padre alle ore 21.37 del 2 aprile 2005: "È stata un'azione di abbassamento totale, sembrava realizzarsi in lui ciò che la Lettura ai Filippesi dice di Gesù: 'Abbassò se stesso fino al nulla, fino all'umiliazione liberamente scelta' (cfr Fil 2,5-11). Giovanni Paolo II è stato un uomo libero, fino alla fine e, anche nell'immensa debolezza che ha vissuto, sono certo che ha sempre mantenuto una grande lucidità e una grande consapevolezza di quello che stesse vivendo la Chiesa".
La Weltanschauung di Jorge Mario Bergoglio fuoriesce prorompente dalle coltri massmediatiche che possono pur distorcere i discorsi on plein air, ma certamente non quanto messo nero su bianco.
Buona lettura!
Fabrizio Giulimondi

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