giovedì 20 febbraio 2020

"LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI" di ELENA FERRANTE (edizioni e/o)


Dopo la splendida tetralogia "L'amica geniale" - riprodotta anche su piccolo schermo -, Elena Ferrante ha immesso nel circuito librario un ultimo romanzo: "La vita bugiarda degli adulti" (edizioni e/o). L'energia cinetica creativa e letteraria mostra, almeno in questo lavoro, una battuta d'arresto. "La vita bugiarda degli adulti" è un mosaico stinto, un'antica bellezza appannata, un brano musicale ripetitivo. Alla grandiosità del modus scribendi della Ferrante si contrappone un contenuto stantio che estende la storia dell'"Amica geniale" dai rioni ai quartieri alti di Napoli, Vomero e Posillipo. Giovanna è una Lila all'ennesima potenza. Anche qui v'è un reticolato di protagonisti, coprotagonisti, personaggi secondari, comparse, affasciati tutti da una napoletanità volgare e oscena e da una bassezza di costumi. La destrutturazione individuale, familiare e sociale è il nume ispiratore dell'Autrice. Una polvere di degrado copre ogni volto, ogni azione, ogni pensiero. Non un genius loci ma un miser loci permea il racconto di un'adolescente in crisi giovanile circondata da famiglie fallite e da frustrazioni che rendono un tutt'uno ragazzi e adulti, la cui scontata analisi psicologica ne banalizza la ricerca introspettiva. Devastazioni interiori ed umane oltre l'immaginabile scaturiscono da una frase sbagliata proferita da un padre alla figlia tredicenne. Il finale tragicomico della deflorazione della fanciulla intorno a cui rotea la narrazione è squallido, come l'Umanità dipinta dalla Scrittrice. Le tinte grigie necessiterebbero, talvolta, di qualche chiazza maggiormente vivida.
Fabrizio Giulimondi

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