“Il tempo dell'innocenza” di Raul Montanari
(Delai editore) ha un incipit ad alta
tensione, con una spruzzata di autentica paura che si sprigiona nei lettori
nelle prime cinquanta pagine, per poi diluirsi in suspance e attesa degli eventi, come quei film dell’orrore che con
lunghe carrellate di corridoi fanno
stare in trepidazione lo spettatore, spaventato da quello che lo aspetta al
voltar dell’angolo.
Montanari è il padre del genere post
noir, ossia il giallo a tinte thriller senza detective né indagini accurate, arricchito in questo
romanzo dalla presenza di elementi magici.
La storia si dipana fra Milano, Bergamo e il lago d’Iseo e vede tre
ragazzi, Damiano, Ivan e Ermanno, coinvolti da un presagio di Regine, la madre
di quest’ultimo, le cui doti divinatorie le mostrano un terribile futuro per il
figlio e conseguenze dirompenti per le esistenze degli altri due, oltre delle intriganti
figure, soprattutto femminili, che roteano intorno a loro.
La strega adopera le rune (in lingua gotica: cose segrete) per predire
gli accadimenti, ossia ventiquattro
segni dell’alfabeto, più uno che non porta alcun simbolo,
di origine vichinga, teutonica e celtica, indicati con i nomi di antiche
divinità nordeuropee.
Avvincente e misterioso “Il tempo
dell’innocenza” prende completamente
il lettore, che si divora in poche ore le pagine fino
all’inatteso finale.
Spiace la nota stonata – tra l’altro non consentanea alla natura e al
contenuto stesso del lavoro in commento - causata da vetero pregiudizi politico-laicisti
che talora si palesa fra le righe del libro, per colpa della quale compare
inspiegabilmente e spregiativamente il nome di Berlusconi in una bella
descrizione di stile manzoniano del lago d’Iseo; vengono assegnati nella trama i ruoli più infamanti a coloro che l’Autore dipinge con tratti
inevitabilmente riconducibili all’area destroide; e, sono inseriti i sacerdoti
– tutti o quasi - fra coloro che solitamente
berciano con il potente di turno.
Peccato tanta miopia in un racconto che merita di essere senz’altro letto!
Fabrizio Giulimondi
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