lunedì 22 gennaio 2018

"LA GUARDAROBIERA” DI PATRICK McGRATH


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Il lutto ha molti risvolti, molte conseguenze e da esso possono partire fiumi con letti profondi e torrenti impetuosi, ma anche rivoli carsici che danno luogo ad apparenti laghi placidi: “Il lutto può indossare mille facce e durare tutto il tempo che vuole”.
Il lutto può dare luogo a psicosi.
Il lutto può insufflare un refolo di vita anche ad un guardaroba, perché nel guardaroba vi sono i vestiti del defunto e sui suoi vestiti rimanere la polvere del passato che, stratificandosi e cementificandosi, si trasforma in allucinazioni visive e acustiche, presenza ectoplasmatica, ricerca del proprio marito morto nei panni di un altro. Sì, panni, nel senso più veritiero del vocabolo, poiché vestire i completi, i pantaloni, le giacche di un defunto lo può far tornare in vita agli occhi della vedova.
Il grande romanziere inglese con accentuato retrogusto psichiatrico Patrick McGrath, dopo avviluppanti opere al pari di Follia e Trauma, dona al suo pubblico “La guardarobiera” (La nave di Teseo), che si muove adagio nell’ impalpabile ambientazione del dopo guerra britannico. Nelle retrovie del palcoscenico si intravedono scontri fra residui fascisti e reazioni antifasciste, mentre la narrazione si insinua fra le pieghe della mente e degli abiti, fra verità svelate e un presente che non vuole dipanarsi verso il futuro ma si accartoccia sempre più nel passato.
La storia, portata avanti “dal di fuori” da misteriose signore che fungono da coreuti elleniche, sembra quasi dare forma visibile, fruibile a tutti, a ciò che accade nei bassifondi dell’animo dei personaggi che coralmente si affacciano al lettore. Si può uccidere qualcuno anche solo per rendere definitiva la morte di chi è già morto: i vestiti sono evocativi, i colori trascinanti in direzione di altri emisferi mentali, il presente essere un perenne e immarcescibile passato.
McGrath, intanto che scrive, è già proiettato verso il teatro: la sua letteratura è già in movimento, possedendo le movenze di una pièce teatrale. “La guardarobiera” non sono solo segni su fogli ma assume a cospetto di chi legge la corporeità della carne e la sonorità della voce umana.
Le opere di Mcgrath sono letteratura e teatro ma anche arte di antica maestria artigianale e ricercato antiquariato, accompagnata da un’elegante quanto sobria sartoria.
Letteratura, teatro, artigianato, antiquariato e sartoria non sono altro che increspature della mente che fuoriescono da pertugi cerebrali per tentare di rendersi conoscibili a coloro chi siano in grado di comprenderle. 
La letteratura, il teatro, l’artigianato, l’antiquariato e la sartoria sono percorsi carsici che conducono cripticamente gli esseri umani a comprendere le molteplici ricadute che sono dietro un lutto.
Le simmetrie, sì, le simmetrie possono portare al delirio: “Sì, una splendida simmetria, vita e teatro, ecco cosa vide Frank; ma noi sappiamo che cosa succede quando compaiono le simmetrie, vero, signore? Brutte notizie come se piovesse.”.
Fabrizio Giulimondi




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