sabato 7 dicembre 2019

"LA CASA DELLE VOCI" di DONATO CARRISI


La casa delle voci
Quella di Donato Carrisi è letteratura allo stato puro, un sistema geometrico di coupe de theatre, un caleidoscopio di emozioni e sentimenti misto ad una costante investigazione raziocinante che, similmente ad un violento vortice di vento, travolge il lettore: “La casa delle voci” (Longanesi) ne costituisce la cuspide.
Incominci a leggerlo, affascinato da una irresistibile bellezza artistica e da uno stile incisivo che toglie il fiato, e non ti fermi più, sino ad entrare anche tu in uno stato ipnotico. Sì, perché questa è un’opera ipnotica, sotterranea, labirintica, claustrofobica, cunicolare.
Se voi vivere, devi imparare a morire”.
Carrisi si insinua ritmicamente nei meandri oscuri dell’anima dell’essere umano, nel deep web dell’individuo, scovandone il canone inverso, il dietro le quinte cimiteriale e spettrale.
Ricordi autentici o frutto di immaginazione scorrono come rivoli per approdare nell’inconscio e schiudersi come sogni, incerti se infrangere o meno la sottile membrana divisoria del visibile dall’invisibile, del corporeo dall’incorporeo, del passato nascosto come un fiume carsico da un futuro finalmente attracco di un presente che giunga una volta per tutte alla verità.
Questo lavoro è una lunga ricerca della verità fra mondo reale e onirico, tra desideri e tragedia, perché la vita dei protagonisti è calata in un teatro drammatico ove la demarcazione fra pazzia e normalità è solo convenzionale.
La fluidità del periodare dell’Autore cancella il tempo del lettore al pari di Pietro Gerber che ipnotizza i bambini traumatizzati che vengono sottoposti alle sue cure. La concatenazione armonica delle parole e la sonorità dei vocaboli si sciolgono in bocca con un gusto dolce e aspro, ma con una punta di amaro.
Il cambio del nome non è un mero atto giuridico ma determina un cambio di identità e, di conseguenza, di personalità.
Schizofrenia, psicosi, transfert, necessità di amare, potenza della vita che vuole generarsi nonostante tutto e tutti.
Il passato non è altro che un perenne presente. Noi non siamo altro che il nostro riflesso che scorgiamo sullo specchio. L’uomo è una voragine riempita del fatuo per non essere schiacciato dalla verità: Carrisi narra i nostri “conti in sospeso”.
Nulla sarà vero di quello che leggerete. Tutto sarà vero di quello che leggerete.
Nessuno vuole veramente ascoltare ciò che hanno da dire i bambini”.
Un numero può essere la pietra angolare di un edificio letterario: “La parola segreta di tuo padre è un numero, vero?
I particolari sono le fiaccole che fanno discernere al lettore il giusto dall’errato, il chiaro dalla penombra e dall’ombra, il veritiero dal falso, la realtà dall’immaginazione e dal lato onirico dell’esistenza che può trasformarsi in incubo.
L’ipnosi è un varco aperto nell’ignoto. Alcuni vogliono esplorarlo, altri non se la sentono perché hanno paura di scoprire cosa oppure chi troveranno là sotto”.
Fabrizio Giulimondi

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