Dopo
più di tre anni di assenza Checco Zalone,
al secolo Luca Pasquale Medici, ricompare
sul Grande Schermo in veste di registra (per la prima volta), attore protagonista
(ovviamente), sceneggiatore (con Paolo
Virzì) e autore di alcuni brani della colonna sonora di “Tolo Tolo”, film che fa sorridere – e, talora, anche ridere – su un tema spinoso,
divisivo ed attuale come quello della immigrazione.
La
caratteristica geniale di Checco è
una comicità che libera il cinema dal fardello del politicamente corretto, scherzando
bonariamente (altra peculiarità dell’attore-interprete pugliese) su tutto,
senza preoccuparsi se ad essere presi di petto siano i migranti, i politici di
turno (Salvini, Di Maio o il linguaggio astruso di certa Sinistra “colta”), le
ONG o quel giornalismo progressista che si riempie la bocca di “umanità” per
poi mostrarsi cinico e spregevole.
La
pellicola “sfotte” a tutto tondo e a trecentosessanta gradi in maniera sorniona
ed intelligente, con punte di sarcasmo che fa dirigere da un membro della
carovana di fuggitivi in terra d’Africa un saggio ammonimento “Rispetta il Ramadan che appartiene alla maggioranza”
(della popolazione di quei luoghi).
Altro
personaggio illuminante è la bellissima Manda
Touré (nella parte di Idjaba), che rimane a combattere per il suo Popolo
(mentre gli uomini se ne scappano).
Ve ne
è insomma per tutti i gusti e nessuno, credo, possa appropriarsi della trama a
livello ideologico e partitico.
La
fotografia (Fabio Zamarion) è
splendida e si muove lungo il Marocco e il Kenia, senza disdegnare Malta, il
Belgio, Trieste e la Puglia.
Le
famiglie posso andare serene!
Fabrizio Giulimondi
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