venerdì 3 gennaio 2020

"IL TRENO DEI BAMBINI" di VIOLA ARDONE


Il treno dei bambini” (Einaudi), romanzo scritto da Viola Ardone con stile morbido, immerso in luci soffuse, sulla tenerezza e il rimpianto, su sentimenti delicati, abbracci non dati e sguardi affettuosi scambiati solo dopo la morte. Miseria e benessere, bassi partenopei e campagna modenese, intelligenza e riscatto, mentre il lettore adotta Amerigo, se lo immagina correre a piedi nudi per via Toledo e suonare, oramai adulto, lo Stabat Mater di Pergolesi con il violino venduto dalla madre per farlo mangiare.
Vocali e consonanti danno forma alla delicatezza e colui che legge, senza accorgersene, ritma le parole in dialetto napoletano nonostante una prosa italiana perfetta e melodiosa, o, forse, proprio per questo.
I lucciconi compariranno sui vostri volti mentre i vicoli di una “città che non diventa mai adulta” scorreranno dinanzi agli occhi.
L’amarcord finale va diretto al cuore come il gancio di un pugile impietoso e sincero.
Il periodare soave come un “amore sempre pieno di malintesi” riavvolge Amerigo come un telo sul proprio asse, facendogli ripercorrere all’indietro la propria esistenza per ritrovarsi, e non mentire più a se stesso.
Fate silenzio! Non sentite? Ecco, v’è un archetto che sfrega le corde di un violino! Sì, è proprio lo Stabat Mater di Pergolesi.

Fabrizio Gilimondi

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