giovedì 26 gennaio 2017

"FALSE TESTIMONIANZE.COME SMASCHERARE ALCUNI SECOLI DI STORIA ANTICATTOLICA" DI RODNEY STARK (LINDAU)

Il coraggioso ed erudito saggio storico, filosofico, economico e teologico, “False Testimonianze”, del sociologo della religione Rodney Stark (Lindau), si pone l’ambizioso obiettivo di “smascherare alcuni secoli di storia anticattolica”.
Dettagliato, puntiglioso, analitico, corposamente documentato, accompagnato dal pensiero di studiosi delle più variegate discipline scientifiche e culturali, “False Testimonianze” viviseziona ampi stralci di epoche storiche, sfarzosamente falsificati da pseudo studiosi, mossi prevalentemente o solamente da odio per la Chiesa Cattolica.
La storia studia i fatti ed i fatti devono essere in primo luogo accertati, per poi essere adeguatamente scrutinati mediante le lenti fornite da autentiche fonti documentali e testimoniali. La storiografia, quella seria, quella attendibile, non “crea” la storia, ma valuta, osserva, se vogliamo, giudica, fatti la cui esistenza deve essere rigorosamente accertata: i fatti prima di tutto devono esistere.
Il lavoro di Stark parte proprio da questa drammatica constatazione: molti accadimenti attribuiti alla Chiesa Cattolica  - dal Medioevo (“Secoli bui?”), alle crociate, all’Inquisizione, a Galileo Galilei, al Rinascimento ed all’Illuminismo, ai rapporti con il franchismo ed il  nazismo, finanche alla nascita del capitalismo e della economia di mercato -  non si sono mai verificati. Lo storiografo serio deve approfondire la fonte che egli propone per lumeggiare il  periodo esaminato: deve indagare oculatamente sul suo autore, su quali siano i rapporti fra questi  e l’oggetto dell’ indagine e verificarne  le basi ideologiche, politiche e religiose. Questa operazione di pulizia scientifico-metodologica degli strumenti di ricerca storica fa emergere con chiarezza, al termine della lettura dell’affascinante  “False Testimonianze”, che siamo cresciuti in presenza di incredibili menzogne sul nostro remoto e recente  “passato”.
L’odio religioso e la faziosità politica non dovrebbero albergare fra storiografi, letterati e filosofi.
Una massima deve guidare il lettore di questa opera, come di qualsiasi altro libro di questo stesso genere: non accontentarsi mai delle verità apparenti e superficiali che il “Pensiero Unico” ci impone, ammantandole di melliflua scientificità: potrebbero  essere deviate e devianti, meretrici e, persino, del tutto false.

Fabrizio Giulimondi

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