giovedì 9 febbraio 2012

"RAZZISMO UN'ORIGINE ILLUMINISTA" DI MARCO MARSILIO (VALLECCHI)




Il saggio “Razzismo un'origine illuminista" (Vallecchi) di Marco Marsilio (con prefazione di Gianni Scipioni Rossi), attento studioso della filosofia, attualmente senatore della Repubblica, non è da leggere, bensì da studiare! Un libro, complesso, estremamente erudito e colto trattato sulla storia del razzismo e di tutte le correnti filosofiche, culturali (o pseudo tali) e di pensiero che hanno - in piccola o in gran parte - contribuito alla sua esistenza, da Erodoto al periodo successivo alla seconda guerra mondiale.
Marsilio fornisce un contributo al dibattito sul "perché" del razzismo e sui suoi "fondamentali" ideologici e storici in modo innovativo e, secondo me, estremamente convincente.
L'anno 1492 con la scoperta del continente americano è il fatto storico che segna lo spartiacque fra una concezione esistenziale e un'altra, determinando le condizioni sociali, economiche e culturali per la creazione della moderna (e devastante) concezione razzistica dei rapporti fra uomini singoli, comunità umane e Nazioni.
L'illuminismo e il positivismo costituiscono l'habitat ideale e scientifico ove il razzismo cresce e si rafforza, ammantato da alte vestigia intellettuali e, protetto dal pensiero di giganti quali Kant, Montesqieu, Voltaire, Russeau.
La deificazione della Ragione, del Progresso, della Scienza e della Tecnica, la espunzione dell'elemento religioso e spirituale dalla vita individuale e sociale dell'uomo, con la prevalenza sul foro interno dell'elemento materiale, empirico e razionale, che riduce l'essere umano, al pari della flora e della fauna, ad oggetto di classificazione e di studi, condurrà fatalmente agli orrori nazisti e comunisti... e non solo! Rimarrete stupefatti nello scoprire cosa veniva attuato nel rispetto di legislazioni prodotte successivamente al 1945 nella civilissima Svezia, Norvegia, Danimarca e Svizzera.

Fabrizio Giulimondi


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