IMMIGRAZIONE E LAVORO DI FABRIZIO GIULIMONDI
Il Lavoratore straniero non comunitario
quali documenti deve possedere per poter accedere al lavoro in Italia?
Le legge c.d. Bossi-Fini. n. 189 del 2002 prevede che
al momento della richiesta del permesso di soggiorno o del suo rinnovo, lo
straniero sarà sottoposto a rilievi fotodattiloscopici. Nel caso di permesso di
soggiorno per motivi di lavoro, prima di chiedere il permesso, lo
straniero deve aver già stipulato il "contratto di soggiorno", un
contratto cioè tra lo straniero stesso ed il suo datore di lavoro, con il quale
quest'ultimo garantisce la disponibilità di un alloggio per il lavoratore e si
impegna a pagare le spese necessarie per il suo ritorno nel paese di
provenienza. Il contratto di soggiorno dovrà essere stipulato entro otto giorni
dall'ingresso in Italia, presso lo Sportello Unico per l'immigrazione della
Provincia nella quale risiede lo straniero, Ufficio che ha competenza in ordine a tutta la
procedura di assunzione del lavoratore straniero.
Per quanto riguarda la durata del permesso di soggiorno, è la stessa del
contratto di soggiorno e comunque non può essere superiore a nove mesi per
lavoro stagionale, a un anno per lavoro subordinato a tempo determinato e a due
anni per lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Ma agli immigrati extracomunitari che
lavorano nel nostro Paese spettano contributi previdenziale o altri tipologie
di diritti ?
Il lavoratore straniero, che faccia ritorno nel
proprio paese, potrà godere dei diritti previdenziali maturati in Italia
soltanto dopo aver compiuto il sessantacinquesimo anno di età, mentre, in
ordine all'assegnazione di alloggi di edilizia popolare in condizioni di parità
con i cittadini italiani, lo straniero regolarmente soggiornante in Italia può concorrere,
solo se titolare di carta di soggiorno o permesso di soggiorno almeno biennale.
Pare Professore vi siano novità per quanto attiene
i lavoratori clandestini?
Il clandestino che denuncia il datore di lavoro potrà
ottenere un permesso di soggiorno per un anno. È quanto stabilisce un decreto
legislativo varato dal governo Monti recependo una direttiva europea, in forza
della quale sono introdotte sanzioni più severe per i datori che sfruttano
i clandestini e una sanatoria per chi mette in regola il dipendente
extracomunitario.
In base al testo varato dall'esecutivo, in caso di
grave sfruttamento è prevista quindi la concessione del permesso di soggiorno
per un anno per l'immigrato che denuncia lo sfruttamento. Le Commissioni
parlamentari della Camera e del Senato nel parere sullo schema di decreto legislativo
hanno espresso a larga maggioranza analoga volontà di prevedere una fase
transitoria per permettere ai datori di lavoro di conformarsi alla nuova
normativa. I tecnici dei Ministeri interessati stanno ora lavorando per
ultimare i dettagli della normativa approvata. Si parla di una sanzione intorno
ai 1.000 euro, oltre ai mancati pagamenti degli oneri fiscali, previdenziali ed
assistenziali.
Nessun commento:
Posta un commento