Come preannunciato ho aggredito e
letto, divorandolo letteralmente in due giorni, l’ultima fatica di Sveva Casati Modignani Leonie (Sperling & Kupfer), autrice di molti romanzi da cui
sono stati tratti anche film di successo, come Il cigno nero e Lezioni di
Tango.
Ho approcciato il lavoro con una
certa diffidenza dettata da un pregiudizio nei confronti del genere letterario
familistico-sentimental-amoroso– apparentemente
introspettivo e retrospettivo, dovendomi ricredere dopo qualche decina di
pagine…e il libro è composto da 501 pagine!
Leonie è una
bella e capace donna, madre di cinque figli (o di più?) e moglie di Guido
Cantoni, appartenente ad una importante famiglia brianzola che da sola ha
creato una grande azienda di rubinetteria, oltre ad opere di particolare rilevanza
sociale e umanitaria come una casa (in realtà un hotel di lusso) per anziani e
un asilo all’avanguardia.
Il capostipite e patriarca è
Amilcare Casati, che da contadino e operaio ha
dato vita a tale attività. Amilcare è sposato con una donna che ama
molto ma gravemente disturbata di mente. L’attività imprenditoriale passa ad
uno dei due figli della coppia Renzo
Casati (l’altro è un sacerdote), di
grande rigore morale e onestà, marito di
Celina.
I due hanno un figlio, Guido
(figlio?) marito della protagonista Leonie.
Guido però ha avuto un passato che
viene celato alla moglie e disvelato
solo in un secondo momento; parimenti Leonie ha un segreto che la conduce tutti i solstizi di inverno, ossia il 22
dicembre di ogni anno, a recarsi in un
albergo fuori del luogo di ambientazione
della narrazione (Villanova e il lago di
Como).
In realtà piccoli e grandi segreti,
piccoli e grandi misteri sono ubicati dietro a tutti i personaggi protagonisti,
coprotagonisti, comparse e figuranti del
racconto, che si sviluppa attraverso l’intrecciarsi di silenzi e di “non detto” che rappresentano il tessuto connettivo della esistenza
della famiglia Cantoni.
Leonie verrà a conoscenza lentamente di tutta la Verità che è dietro le tre
generazioni dei Cantoni, che abbracciano i drammi della Prima Guerra Mondiale sino ai giorni
d’oggi, mediante un esplicito
riferimento alla attuale crisi economica, finanziaria e sociale.
Il libro è avvincente e nulla è scontato! Lo stile è delicato e la
scrittura fluente, anzi di rara facilità di lettura, tanto, ribadisco, che lo
potrete divorare in poche ore…………si divorano le pietanze molto buone o no?
Fabrizio Giulimondi
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