sabato 25 agosto 2012

LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE



 

Sul comodino della casa di mia madre v’era da decenni un libro, nella stessa posizione da lustri, quasi incollato al mobile, facente parte indissolubilmente dello stesso. L’ho preso e l’ho letto in una mezz’ora e ho sentito  che questo breve racconto, forse più correttamente definibile come una novella, era opportuno fosse messo alla attenzione di più occhi e, dunque, di più anime: la leggenda del Santo Bevitore di Joseph Roth, Adelphi, su  cui Ermanno Olmi si è basato per un suo mirabile lavoro cinematografico.
Joseph Roth (1894-1939) fu ufficiale dell’esercito austriaco durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1933 fu costretto a scappare dalla Germania con l’avvento del regime hitleriano. Ha scritto romanzi, saggi  e novelle fra cui questa, pubblicata nel 1939.
La storia si svolge a Parigi,  ove un barbone grande bevitore  (l’elemento dell’alcolismo è autobiografico) compie  un incontro miracoloso con una persona che, in ragione della propria conversione religiosa e venerazione per  Santa Teresa di Lisieux,  gli dona duecento franchi. Dopo sarà un susseguirsi di piccoli e gran di miracoli che, nel concatenarsi fra di loro, determinano una suggestiva sensazione nel foro interno del  lettore.
Non so se è facile trovarlo, ma provateci!

Fabrizio Giulimondi

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