Nell’annunciare su questa rubrica la prima presentazione del nuovo saggio di Marcello Veneziani “Dio, patria e famiglia dopo il declino” (Mondadori) mercoledì prossimo 17 ottobre al Caffè Greco, via Condotti, 86 (Roma), ho adoperato il sostantivo maschile capolavoro per definirlo, pensando di usare una espressione di eccellenza per l’ultima fatica di Veneziani. Ebbene mi sbagliavo! “Dio, patria e famiglia dopo il declino” non è un capolavoro ma deve essere ascritto fra le opere d’arte che illustrano la letteratura, la saggistica e la filosofia italiana. Veneziani è il filosofo e il pensatore dell’Essere, dell’Assoluto, una macchia di luce intensa nel Nulla, nel Nihil, nel buio del politicamente corretto che ci angoscia, nell’assenza di ossigeno del relativismo etico che ci asfissia.
L’ultima opera di Veneziani dovrebbe essere studiata nei licei al pari di “Vivere non basta”, perché è uno dei rari scritti che ci libera la mente dal miserrimo quotidiano e va Oltre, va verso il mistero di Dio, ci rapisce verso la Famiglia con pagine commoventi di rara bellezza e poesia, ci parla della Patria “fatta di aria, cibo, facce, parole, silenzi. Madri. E in lontananza case, piazze, giorni, amori. La sera della Vigilia, dice l’emigrato ai famigliari lontani in una canzone popolare, a tavola mettete il piatto mio.”
“Dio, patria e famiglia” è una commistione unica e – forse – irripetibile di profondità di pensiero, lirica delle idee, filosofia della nostalgia e coraggio per il futuro, estetica delle parole, dolcezza negli affetti più cari e nascosti, poesia della Trinità divina, patriottica e familiare che per secoli ha retto il Popolo italiano e le Comunità europee. La weltanschauung di Marcello Veneziani è accompagnata dalle illuminazioni dei grandi filosofi, pensatori e romanzieri dell’era antica e di quella contemporanea, ma l’Autore mette a confronto il proprio sforzo intellettivo e la propria tensione di ricerca dell’anima anche con la intellighenzia che in questi anni tanto ha contribuito a rendere parte della nostra Gente una mucillagine, priva di fondamenta e immersa nel Vuoto: “Se un Dio si farà uomo e scenderà di nuovo, non dovrà più testimoniare e redimere dal peccato, ma dovrà testimoniare e redimere dal Nulla”.
Ognuno di noi ha bisogno del suo Dio, della sua Patria, della sua Famiglia: “Che forse gli ricorderanno il suo Dio, la sua patria e la sua famiglia, quel che è alle origini di loro, come di noi. Perché di un’origine, di una radice e di un destino l’uomo ha bisogno come del pane, dell’acqua e della luce”.
Fabrizio Giulimondi
condivido le tue considerazioni di apprezzamento per Veneziani anzi , da te molto bene definite grazie !
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