La mostra su Renato Guttuso (1911-1987), allestita al Complesso del Vittoriano a Roma per il centenario della nascita fino al 10 febbraio 2013, è senza dubbio
da vedere.
Guttuso ha fatto proprie e ha personalizzato le correnti pittoriche
cubiste, espressioniste e realiste. Il cubismo, o meglio il post cubismo
dell’Artista, influenzato dalla grande amicizia
con Picasso, è presente sullo sfondo di molte sue opere,
evidenziandosi eminentemente nella tela il
trionfo della guerra, anche se sono rimasto colpito particolarmente dal
realismo che Guttuso esprime nella sua pittura nel campo sociale (realismo sociale), che si aggancia e
collega al neorealismo cinematografico. Massima
espressione del realismo sociale è la
grande tela intitolata Zolfata, che
rappresenta l’orrore e l’incubo che vivevano i minatori nel buio delle
zolfatare nel terrore di morire soffocati, schiacciati o sepolti vivi
all’interno delle miniere, mirabilmente raccontati da Verga nei suoi romanzi. Nella
Zolfata, insieme al Funerale di Togliatti, a La spiaggia e alla Vucciria, la sicilianità è
impastata con il realismo sociale e l’ideologia marxista-comunista.
La sicilianità è presente nei
paesaggi come nel colore rosso, un rosso
splendido e accesso dei tetti delle case siciliane e delle bandiere rosse del Funerale di Togliatti (Guttuso aderì al
Partito Comunista Italiano nel 1940 e il pensiero marxista - come poc’anzi messo in luce - traspare in parte dei suoi lavori), alla straordinaria e
tridimensionale raffigurazione di cocomeri (Le
angurie), che avrete la tentazione di cogliere, alla sua più famosa opera La crocifissione, eseguita nel 1941 e
che gli costò il secondo posto nell’autunno del 1942 al Premio di Bergamo,
unitamente agli strali ecclesiastici per la figura ignuda della Maddalena che
abbraccia un Cristo crocifisso, disposto
in maniera disallineato rispetto agli altri due condannati, in contrasto con le
iconografia ufficiale. Notate il martello e i grandi chiodi in basso, ai piedi
della croce: ricordano quelli nel film di particolare cruenza The
Passion di Mel Gibson. La capacità profetica e visionaria dei grandi geni
dell’arte anticipano di decenni la tecnica e l’arte postuma: il martello e i chiodi mai erano stati
raffigurati in modo così crudemente veritiero nella loro capacità di violenza,
come poi mostrato nella pellicola di
Gibson; parimenti, l’effetto a tre
dimensione de Le angurie, non può non
far venire alla mente la tecnica visiva tridimensionale di alcune
rappresentazioni cinematografiche attuali…quaranta anni dopo! E che dire dello
straordinario quadro Cani di notte in cui sarete convinti che
un autentico fascio di luce lunare illumini l’interno della bocca e la lingua
di alcuni grossi cani neri?
Il genio di Guttuso non si è fermato all’arte figurativa, ma ha
raggiunto l’arte scenografica e costumistica teatrale legata alle opere sinfoniche
di Giuseppe Verdi.
“Perché un’ opera viva – proclamò Guttuso
- bisogna che l’autore che la produce sia in collera ed esprima la
sua collera nel modo che più confà a quell’uomo”.
Fabrizio Giulimondi
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