Non
amo molto i libri di cronaca, inchieste giornalistiche, attualità, politica, i libropanettoni alla Bruno Vespa, ma la mia curiosità era
solleticata dalla lettura di “Ammazziamo
il Gattopardo”, dell’editorialista e corrispondente economico statunitense Alan Friedman (Rizzoli), che, in affetti, qualche curiosità la soddisfa.
Il “Gattopardo”,
ovviamente, è Silvio Berlusconi, “Male Assoluto” per alcuni e “Bene Assoluto”
per altri.
Lo scritto,
fra indagini documentate in mezzo ai Palazzi romani e milanesi e saggio macroeconomico,
attraversa la Milano da bere, “Mani
Pulite”, il crollo della c.d. “Prima Repubblica”, la discesa in campo del
morettiano “Caimano”, l’emergere di Romano Prodi e del suo Ulivo, la crisi
finanziaria mondiale del 2008 a seguito del crollo della Lehman Brothers a Wall
Street, la crisi finanziaria europea e, a metà del 2011, l’entrata dell’Italia in
una severa recessione. Lo studio di Friedman
si concentra su questo ultimo periodo che vede l’ attivismo - senza precedenti per un Presidente della
Repubblica - di Giorgio Napolitano (rieletto Capo dello Stato per
la seconda volta nell’aprile del 2013, evento mai verificatosi in Italia), attivismo
borderline con il dettato
costituzionale.
L’Autore
racconta con testimonianze autorevoli e a trecentosessanta gradi, basate su
video e registrazioni audio, il “retroscena” alle dimissioni di Berlusconi come
Presidente del Consiglio (che aveva vinto massicciamente le elezioni nell’aprile
2008), presentate il 13 novembre 2011, a cui è seguita la nomina a Premier
di Mario Monti in successivo 16 novembre (senza alcun passaggio
elettorale).
A
tale proposito interessante è l’ analisi di Piero Sansonetti, più volte
direttore di quotidiani e noto commentatore e opinionista televisivo, intelligente e arguto marxista mai pentito: ”Napolitano, come gran parte del vecchio
gruppo dirigente comunista, non ha mai avuto un buon rapporto con la democrazia.”.
Fabrizio Giulimondi
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