sabato 7 giugno 2014

"WALESA - L'UOMO DELLA SPERANZA" DI ANDRZEJ WAJDA

Locandina italiana Walesa - L'uomo della speranza
“Walesa -  L’uomo della speranza” del più grande regista polacco Andrzej Wajda, con una straordinaria  interpretazione di Robert Wieckiewicz nei panni  del leader sindacale.
Wieckiewicz deve aver passato svariate settimane a studiare documentazione video ritraente Walesa, poiché ne riesce a riprodurre perfettamente  le movenze, la gesticolazione, il modo di parlare e lo stesso timbro di voce. Vi è quasi una osmosi fra i documentari che punteggiano lo scorrimento dell’opera  e la parte recitata: Wieckiewicz è Lech Walesa. La stessa tecnica filmica di ripresa e la pellicola utilizzata fanno sì che lo spettatore posi l’occhio su immagini di repertorio dell’epoca e scene attoriali, senza soluzione di continuità e senza una marcata  differenza.
Splendida anche l’attrice Agnieszka Grochowska che ricopre il ruolo  della moglie di Lech, Danuta, la quale  incarna mirabilmente il brocardo “dietro ad un grande uomo v’è sempre una grande donna”.
La storia dell’inizio della liberazione del Popolo polacco dalla tirannide comunista e sovietica è percorsa lungo il solco tracciato dalla intervista rilasciata da Lech Walesa alla valorosa  giornalista fiorentina Oriana Fallaci (la bravissima Maria Rosaria Omaggio che, per tale interpretazione, ha ricevuto nel 2013, al Festival internazionale del Cinema di Venezia, il Premio Francesco Pasinetti, menzione speciale), dialogo fedelmente riportato nel suo libro postumo “Intervista col potere”: la rivolta degli operai dei  cantieri navali di Danzica nel dicembre 1970; la messa celebrata il 2 giugno 1979 dal Giovanni Paolo II (da poco eletto Pontefice) a Varsavia davanti ad un milione di fedeli; l’organizzazione dello  sciopero  e della occupazione dei cantieri di Danzica, nell’agosto del 1980, da parte del  nuovo sindacato libero dalla oppressione bolscevica Solidarnosc; il colpo di Stato militare ad opera del generale Jaruzelski (recentemente deceduto) nel dicembre 1981; la morte nel novembre 1982 di Breznev; il riconoscimento a Walesa del Premio Nobel per la Pace nel 1983, ritirato, però,  dalla consorte (umiliata al suo rientro dalle guardie rosse) per evitare che il marito non potesse più tornare in Patria; l’avvento della glasnost e della perestroika di Gorbacef nel 1986; la caduta del Muro di Berlino il 9 novembre 1989, con la conseguenziale fine del dispotico e dittatoriale socialismo reale nell’est europeo; e, al termine, il  commovente  discorso pronunziato  da Walesa nel 1989 dinanzi il Congresso degli Stati Uniti D’America.
Lavoro di alto pregio didattico e didascalico, istruttivo, appassionato ed emozionante, che sarebbe doveroso mostrare al più alto numero di scolaresche.


Fabrizio Giulimondi




Nessun commento:

Posta un commento