mercoledì 17 dicembre 2014

"DEREK DOLPHYN E IL VARCO INCANTATO" DI CHRISTIAN CAPRIELLO



Il titolo fa repentinamente comprendere al passante che getta un’ occhiata alla vetrina di una libreria la natura fantasy del racconto e, seppur del tutto difforme nel tratto di penna e nel contenuto, la vicinanza nella titolazione ai lavori di Licia Troisi: “Derek Dolphyn e il Varco Incantato” (Tullio Pironti editore) è l’opera prima di Christian Capriello, primo di cinque volumi di una saga che farà parlare di sé agli amanti della letteratura di genere.
Dialoghi continui, intensi, incisivi, serrati, talune volte quasi goldoniani, visivamente posti in risalto anche dai differenti stili, tipi e dimensione dei caratteri, talora coralmente avvincenti come cori greci.
Suggestive le interpolazioni che punteggiano la storia fatte di filastrocche, cantilene, fanciullesche poesiole, che si cadenzano in modo tale da sembrare di udire la voce infantile o roca di chi le recita: ”Quando si fece più vicino, sempre più ciondolante, Josh capì che il vecchio canticchiava, anzi gracchiava una canzone, scandendone minuziosamente ogni singola sillaba. Quel motivo assumeva via via sempre maggiore musicalità: si percepiva inoltre che essa, pur suonando come vagamente funesta, aveva un obiettivo molto chiaro: conteneva un messaggio.”.
Nulla è scontato, ciò che appare tale potrebbe non esserlo, le piccole creature follettesche che si aggirano furtivamente fra le righe raramente compaiono come protagoniste in altri scritti di analoghe creazioni letterarie.
I ricorrenti aspetti autobiografici nelle descrizioni intimistiche dei personaggi sono rari in questa tipologia di racconti ed è bene che l’attento lettore cerchi di indagare, appropinquandosi guardingo verso la fine, chi sia Josh e, soprattutto, se incarni o meno l’Autore.

Ne consiglio caldamente la lettura, particolarmente propizia nel periodo che ci accingiamo a vivere.


Fabrizio Giulimondi

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