lunedì 29 dicembre 2014

"LA REGOLA DELL'EQUILIBRIO" DI GIANRICO CAROFIGLIO

Dopo aver letto i bei romanzi Ragionevoli dubbi, Il silenzio dell’onda, Il bordo vertiginoso delle cose e il suggestivo racconto La velocità dell’angelo nella raccolta Cocaina, ho approcciato l’ultima fatica di Gianrico CarofiglioLa regola dell'equilibrio (Einaudi), nella quale tornano le storie che vedono protagonista la sua principale creatura letteraria, l’avvocato penalista del foro di Bari (città nativa dell’Autore) Guido Guerrieri, le cui fattezze psicologiche e modalità operative  ricordano molto il commissario Ricciardi,  ideato dallo scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni.
Lo stile è, come sempre, scorrevole e la narrazione gradevole, didascalica ogniqualvolta vi sia un passaggio che necessiti di una spiegazione processual-penalistica dell’istituto citato.
La figura di Guerrieri risente della originaria professione di magistrato di Carofiglio: difende solo persone che ritiene innocenti e si tiene lontano da coloro che hanno posto in essere condotte criminose quali la corruzione o la concussione, salvo non le ritenga assolutamente estranee ai fatti loro contestati.
Il fulcro del racconto gira intorno a questo quesito deontologico ed etico, posto a difensori e giudici:
Il lavoro dell’avvocato penalista consiste, perlopiù, nel difendere imputati colpevoli-spesso di reati gravi e ripugnanti – e nel cercare, con tutti i mezzi leciti, di farli assolvere…….Il nostro problema, dunque, è duplice: come ammettere la liceità etica della difesa di un colpevole di reati orribili; come ammettere la liceità etica della privazione della libertà personale di una persona da parte di un’altra persona.”.

Fabrizio Giulimondi

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