“Con le peggiori
intenzioni” (Mondadori) è il romanzo con cui Alessandro Piperno ha vinto il premio
Campiellio nel 2005, precedendo di qualche anno la conquista del Premio Strega (2012) con “Gli inseparabili”,
già commentato in questa rubrica.
Il lavoro racconta la storia della gens
dei Sonnino, estesa famiglia ebrea romana e dei loro amici e parenti, dal dopo guerra ad oggi, partendo dall’arrogante e sbruffone Bepy
Sonnino e dal suo tracollo finanziario, per giungere al nipote Daniel Sonnino, pervertito e
mentalmente disturbato.
Ma chi è nella famiglia Sonnino che non sia un depravato,
un tossico, un alcolista, un megalomane ,
un affetto da quella patologia che alcuni esseri umani possiedono di porre al
centro della loro esistenza solamente la
ricchezza, la sua malata ostentazione e
la ossessiva gara per superare l’altro in acquisto di gioielli, auto di lusso,
quadri di immenso valore, imbarcazioni milionarie e ville faraoniche?
So di essere sgradevole, ma la descrizione che si fa
dell’ homo ebraicus in questo libro è
tale che il lettore rischia di essere trasformato
da persona disinteressata o - addirittura – simpatizzante dei figli di Abramo
in – seppur in modo lieve – antisemita.
Fabrizio Giulimondi
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