La mostra
“Cezanne e gli artisti italiani del ‘900” al Complesso
del Vittoriano a Roma dal 5 ottobre2013
al 2 febbraio 2014, espone le
pitture dei protagonisti del Novecento italiano: gli anni della formazione di
Giorgio Morandi (1980 - 1964), la conclusione della esperienza futurista di
Umberto Boccioni (1882 – 1916), l’intensità emotiva di Carlo Carrà (1881 - 1966), la precisa attenzione per la
costruzione delle nature morte di Filippo de Pisis (1896-1956), lo spazio
volumetrico di Mario Sironi (1881 – 1961), il lavoro figurativo, geometrico dal
sapore cubista di Giuseppe Capogrossi
(1900-1972), la luminosità di Francesco Trombatori (1866-1971), la ricerca di una drammatica verità di Fausto
Pirandello (1899-1975), figlio del drammaturgo, scrittore e poeta Luigi
Pirandello e, last but not least, Paul Cezanne (Aix en Provence 19 gennaio 1839 - Aix en Provence 22 ottobre 1906).
Il grande pittore francese è considerato
il Padre
della pittura moderna, la cui produzione artistica si incanala, in un primo
momento, nella corrente pittorica impressionista, per poi distaccarsene.
L’Impressionismo è un movimento
pittorico d’oltralpe - così chiamato in
seguito ad un articolo del critico L.Leroy, il quale definì impressionisti
in senso spregiativo un gruppo di artisti che avevano esposto le loro opere
nelle sale del fotografo Nadar a Parigi il 25 aprile 1874 - che contrappone all’accademismo della pittura
ufficiale nuovi valori pittorici e formali: la rivalutazione della luce e del colore è considerata maggiormente idonea ad esprimere le
impressioni immediate e autentiche suscitate nel creatore dell’opera dalla natura che lo circonda. L’Artista
dipinge en plein air, ossia a cielo
aperto, e usa una pennellata rapida,
abbandonando il chiaroscuro.
Cezanne diceva che: “il colore è il luogo dove il cervello e l’occhio
si incontrano.”.
Colori e luce. Al primo piano nelle ultime sale sono esibiti due dipinti di Francesco Trombatori Il viale grande a Villa Strohl-Fern (1920) e Paesaggio
campestre (1928), nei quali la luce
che inonda dall’alto al basso la terra appare reale, come prodotta da una
lampadina nascosta all’interno della
tela.
Boccioni riprende la tecnica propria di Cezanne
di colorare il volto del personaggio posto al centro del quadro con le stesse tinte adoperate per l’ambiente e il panorama circostante: al
secondo piano, ne Il Ritratto del Maestro
Busoni (1916) e ne Il ritratto della Signora
Cragnolini Fanna (1916), i colori
accesi e caldamente coinvolgenti con i
quali Boccioni traccia il volto del
Maestro e della Signora, sono i medesimi che troviamo nello spazio che circonda
le figure. E’ l’aria, l’aria secondo gli insegnamenti di Cezanne.
Il nero: il vero Pittore è colui che riesce ad usare il nero riuscendo – con una abile modulazione
di esso – a esaltare l’immagine rappresentata facendola emergere come se fosse avvolta
da una variegata moltitudine di colori. Francesco Trombadori nel 1923 eseguendo il
dipinto Figura femminile trasforma questa
idea, questo pensiero, in un tratto di pennello.
L’Impressionismo di Cezanne e di
Boccioni provoca un effetto visivo, estetico ed emozionale che muta a seconda
della distanza e della posizione assunta da chi guarda rispetto alla pittura. L’impressionismo
rappresenta il momentaneo, l’immagine che l’Artista ferma al momento in cui è
colta all’aria aperta. Il Cezanne non più impressionista rende permanente ciò che viene rappresentato, mostrandoci quello che rimane per sempre. Amante della propria casa ad Aix, da cui non amava allontanarsi, raffigurerà
per quattro anni lo stesso monte che si
trovava dinanzi alla propria abitazione, cogliendone sempre una diversa e nuova
sfumatura. Parimenti nelle sue
famosissime Nature Morte che rilevano una attenzione profonda alla vita
silenziosa delle cose: ”Voglio stupire
Parigi con una mela!”.
Termino citando ancora le parole di
Francesco Trombatori: ”Cezanne è il
fenomeno più complesso, straordinario e suggestivo che sia apparso nel cielo
dell’arte in Europa.”.
Fabrizio Giulimondi
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