“L’invidia che il cretino nutre per l’uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell’idea che l’uomo brillante farà una brutta fine “ (Max Beerbohm, saggista e caricaturista inglese, Londra 24 agosto 1872 – Rapallo 20 maggio 1956)……………………………………………………
…………………. “L’invidia rientra nell’indole di molti appartenenti al Popolo italiano e, talora, condiziona l’agire dell’homo italicus, dalle episodiche relazioni interpersonali finanche a gesta impegnative, quali l’espressione del voto. Alcuni italici preferiscono la brutta fine dell’altro piuttosto che faticare per eguagliare o, persino, superare il destinatario della propria invidia: in attesa della fine dell’invidiato loro trascorrono una pessima e rancorosa esistenza mentre l’invidiato se la gode” (Fabrizio Giulimondi, Roma 3 novembre 1964 – ringraziando Dio ancora vivente)
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