lunedì 16 aprile 2018

"CONTROMANO" DI E CON ANTONIO ALBANESE


Contromano” di e con Antonio Albanese si muove entro il perimetro dell’ideologia immigrazionista senza alcun colpo d’ali nemmeno alla fine.  La trama si articola lungo il cammino a ritroso dall’Italia al Senegal, dove il “razzista” di turno imparerà quanto è bella l’accoglienza.
V’è da ammettere che nel corpo della narrazione il film mantiene un certo contegno e un certo garbo, non cedendo ad un eccesso di manicheismo e rimandando alla teoria maoista della necessità di insegnare ai Popoli a sostenersi con le proprie mani. Tutto sommato il bravo regista e attore mostra comprensione nei confronti dei commercianti vessati da leggi e tasse, a dispetto dell’immigrato venditore di calzini dinanzi alla sua bottega che gli fa una brutale quanto devastante concorrenza al di fuori di ogni norma.
Il The End, però, è una postuma apologia dello ius soli, scaduta come una scatoletta di tonno da troppo tempo sui banchi di un supermercato.
Quando lo spettatore esce dalla sala si pone la seguente domanda: “Ma se l’Africa è così colorata come i vestiti sgargianti di africani sempre allegri e danzanti, perché vengono nella plumbea, bigia e triste Milano?”
Fabrizio Giulimondi


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