Film
intenso, struggente, malinconico, commovente, a tinte variegate, “Anna”, di e con Monica Guerritore, ripercorre a macchie di leopardo la vita della
immensa Anna Magnani, magnificamente interpretata da Monica Guerritore.
Più
che la narrazione esistenziale della Magnani, la pellicola racconta le
emozioni, i sentimenti, il volto, le “rughe”, gli sguardi della grande attrice
romana. Il suo Popolo era quello di Roma: lo stagnaro, il netturbino, il
vetturino, il pizzardone, la prostituta, il bottegaio, il fruttivendolo. Sono
costoro che le teneva compagnia la notte, lei nottambula incallita. Erano
coloro che la vedevano girovagare per le strade vuote, silenziose e incantevoli
della Roma degli anni ’40, ’50 e ’60, loro che stavano sotto la finestra di Nannarella mentre moriva.
Palma
d’oro a Cannes nel 1946 con “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, per il
quale provò per tutta la vita una inestinguibile fiamma di amore, un amore
tragico e intramontabile.
Premio
Oscar nel 1956 per “La rosa tatuata” di Tennessee Williams, che non le portò
fortuna.
Una
figura drammatica, sofferente, con un figlio poliomielitico lasciato spesso
solo in una clinica di lusso.
Anna,
sempre insoddisfatta e in contrasto con se stessa, i produttori e i registi.
Romana
sanguigna e verace, la Magnani ha incarnato la vera Mamma Roma di Pier Paolo
Pasolini.
Fellini,
De Sica, Totò, Carlo Ponti, Moravia, Montanelli, la rinuncia a “La ciociara”,
il più fervido mondo culturale e cinematografico italiano.
Poi, il
teatro con Zeffirelli e la sua Medea, che incarnava scenicamente il profondo e
incessante dolore interiore della Magnani e, con Medea, la morte.
Una
parte di Anna Magnani ve la porterete a casa.
Fabrizio Giulimondi
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