Tredici
maggio 1984, ore 11. La vita di Vera cambierà del tutto. La vita di Andrea è
già cambiata del tutto ma lo scoprirà solo dopo molti anni.
Lei è
la figlia dell’assassinato. Lui il figlio dell’assassino.
L’ultima
fatica letteraria di Maurizio de
Giovanni “L’orologiaio di Brest”
(Feltrinelli) impedisce al lettore di
interrompere la lettura anche solo per un attimo, perché la trama è come il
sofisticato ingranaggio di un orologio pregiato.
Nulla,
ma proprio nulla è come appare.
I coup de théâtre si avvinghiano l’uno all’altro
in continuazione.
Il 1°
febbraio 1985 si avvia la Dottrina Mitterrand.
I
personaggi non lo sanno ma le loro esistenze sono legate inscindibilmente l’una
all’altra.
Vera e
Andrea e Flavia e Maddalena e Bea ed un importantissimo ecclesiastico a capo di
una misteriosa Entità immaginifica come quelle di Dan Brown e Carlo-ragazzo dai
lunghi capelli e Marcello e Bruno e Marco e Contini.
Nulla,
ma proprio nulla è come appare.
La
carica narrativa, al pari dell’incedere stilistico e del ritmo emotivo, non
abbandonano mai il romanzo.
Siete
sicuri di essere quello che dite di essere?
Fabrizio Giulimondi
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